De Girolamo: “L’unità ci ha dato la vittoria”

“Per noi è un punto di partenza, non un punto di arrivo”. Nunzia De Girolamo, deputata di Forza Italia, celebra così le ultime elezioni amministrative. Il centrodestra unito stravince in Liguria e in Lombardia. Ed è in quel momento che si accende una lampadina, un’idea, una speranza al netto degli astenuti (il 50% dei votanti, ndr) e dei delusi dalla politica: i moderati possono tornare al governo. Esalta il “modello Genova” o “modello Berlusconi” e spiega come l’unità delle forze a destra dello spazio politico, il fusionismo, possano cambiare le sorti del nostro Paese. Un Paese, ovviamente, a trazione berlusconiana.

Il centrodestra ha dominato le amministrative, è contenta?

Assolutamente sì. È una grande soddisfazione, ma per noi è un punto di partenza non un punto di arrivo. Dobbiamo interrogarci sui risultati, sulla riorganizzazione del partito. E come coalizione dobbiamo fare molti sforzi per stare insieme e per riportare alle urne sia gli astenuti, che sono il 50 per cento, sia coloro che in maniera sfiduciata hanno votato il Movimento 5 Stelle, ma che al ballottaggio sono rientrati nei ranghi del centrodestra.

Genova è una città difficile, storicamente un luogo di rivolta: la vittoria del centrodestra è tutto merito di Giovanni Toti?

Merito di tutti. A Toti va riconosciuta la caparbietà, la testardaggine di tenere in piedi il cosiddetto “modello Berlusconi”.

Non era modello Genova?

Il modello Liguria non è altro che il modello Berlusconi di questi ultimi 20 anni. È la massima espressione del berlusconismo inteso come capacità di federare, di tenere unita la coalizione.

Il centrodestra unito vince, che ne pensa?

Non solo a Genova, ma anche in Lombardia l’unità ci ha portato alla vittoria. Ovviamente abbiamo scelto candidati credibili, abbiamo fatto sforzi condivisi per arrivare ad alcune sintesi, programmi preparati insieme. Ecco perché abbiamo “rispolverato” il modello Berlusconi.

Cosa cambia ora a livello nazionale?

Quello delle amministrative è un vento favorevole. Una spinta per tutti noi a crederci ancora di più. È possibile vincere, è possibile tornare al governo di questo Paese. Qualcosa che dà fiducia ai tanti italiani che sono in difficoltà. Ovviamente dobbiamo superare i personalismi, mettere da parte le ambizioni personali o le ambizioni da leader di alcuni e trovare la sintesi sui programmi. Abbiamo un programma già visto da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Ci sono richieste da parte loro di cui terremo conto, ma siamo certi che a livello nazionale si può vincere.

Silvio Berlusconi puntava a correre da solo con il proporzionale, è cambiato qualcosa?

Sulla legge elettorale non cambia niente perché Berlusconi non cambia in base alle convenienze e ai risultati elettorali. Ritiene il proporzionale una garanzia di democrazia: al voto popolare corrispondono altrettanti seggi parlamentari. Non vorremmo di nuovo un maggioritario che in un sistema tripolare non funziona. Vorremmo tornare alle urne con le idee chiare.

Come possono conciliarsi le varie anime del centrodestra?

L’unico modo è trovare programmi condivisi che interessano gli italiani. Sulla flat tax, sull’immigrazione, sull’abbassamento delle tasse, sulla rivoluzione giudiziaria, sugli aiuti alle famiglie… su molti temi come questi noi abbiamo punti di unità. Dobbiamo concentrarci su ciò che unisce e non su ciò che divide.

E con il “No Euro” di Matteo Salvini come la mettiamo?

Le rispondo da donna del sud. Salvini è un esponente da sempre della Lega e noi per tanti anni siamo stati alleati del Carroccio. Un partito che voleva l’Italia divisa in due, che voleva un sud meno forte rispetto al nord, che chiedeva il federalismo e la Padania libera. E nonostante questo abbiamo governato insieme. Non rincorrerei falsi problemi.

Sarebbe d’accordo con un centrodestra a guida leghista?

Sarei d’accordo con un centrodestra a trazione berlusconiana. La Lega resta un partito radicato al nord con un leader bravo che ha portato il partito dal 4 al 13 per cento. Ma per poter governare bisogna essere radicati in tutto il Paese. Bisogna essere moderati e soprattutto necessita un leader che riesca a tenere tutti insieme come fa Berlusconi.

Nessun problema o dubbio sulla leadership quindi…

No, anche perché correndo con il proporzionale saranno le urne e quindi i veri cittadini a decidere il leader della coalizione o comunque il partito che guiderà la coalizione.

Le faccio un’ultima domanda: voto anticipato o elezioni a primavera?

Non le rispondo. Semplicemente: non ho la presunzione di sostituirmi al presidente Sergio Mattarella.

Aggiornato il 29 giugno 2017 alle ore 10:18