Sostituiti e sgretolati

mercoledì 21 giugno 2017


Qualcuno lo definisce pericolo di “sostituzione”, riferendosi alla scriteriata accoglienza che da Mario Monti in giù il centrosinistra ha imposto al Paese.

In realtà il pericolo è ben più grande perché accanto all’ipotesi “sostituzione”, va messa quella dello “sgretolamento”, dunque meglio sarebbe parlare di “sgretolamento e sostituzione”. Del resto basterebbe chiedersi il perché fra la fine del 2011 e l’inizio del 2013 sono accadute almeno due cose a dire poco inquietanti. In quei tredici-quattordici mesi, guarda caso, furono “fatti fuori “in sequenza Silvio Berlusconi e Joseph Ratzinger, perché? Capirete che non può essere considerata casuale la coincidenza della doppia singolarità riguardante sia un Governo regolarmente votato e sia un Papa apparentemente in grado di continuare il suo pontificato. Eppure tanto fu e la sostituzione avvenne per dare inizio a un percorso che da allora ad ora è sotto gli occhi di tutti, tanto nei fatti quanto nei risultati.

Nel giro di sei anni l’Italia, che certo sia chiaro non scoppiava di salute, è finita in rianimazione. Non ci riferiamo solamente alle condizioni economiche, ma anche a quelle sociali, contrattuali, politiche e internazionali. In sei anni il debito è vertiginosamente aumentato anziché diminuito, la persecuzione fiscale ha raggiunto livelli ossessivi, la qualità dei servizi pubblici è diventata vergognosa, la disoccupazione ha toccato punti da allarme rosso e così la percezione della sicurezza.

Come se non bastasse, in sei anni, con una politica dell’accoglienza senza limiti abbiamo riempito e stiamo riempiendo il Paese di centinaia di migliaia di sconosciuti l’anno. Il risultato di questa scriteriatezza ha condotto l’Italia, dal Nord al Sud, a un livello di disagio, tensione e inquietudine territoriale come mai si era visto nella storia.

Dunque, per riepilogare da una parte la crisi economica si è aggravata, non ci si lasci illudere dai dati sulla crescita che girano, dall’altra l’Italia sta subendo una vera, costante e propria immigrazione di massa. Basta proiettare i dati in un futuro prossimo per capire che nel giro di qualche anno ci ritroveremo milioni di immigrati ai quali si è pronti a offrire la cittadinanza facile. In buona sostanza, il precipitato di questi anni e cioè da Monti in poi, ci ha resi per un verso sempre più obbligati a obbedire all’Europa e alla cancelliera Angela Merkel, per l’altro proiettati a disegnare un Paese demograficamente, socialmente e culturalmente diverso.

Ecco perché, tornando all’inizio del nostro ragionamento, tutto ciò con Silvio Berlusconi e Joseph Ratzinger sarebbe stato se non impossibile certamente molto, ma molto più difficile. Va da sé, infatti, che le posizioni intellettuali dei due personaggi (Berlusconi, Ratzinger) sarebbero state diverse rispetto a quelle che invece sono state assunte senza indugio in questi anni. Insomma, a pensare male è peccato ma ci si azzecca, diceva il divo Giulio Andreotti e guarda caso dal 2011 a oggi l’Italia si ritrova sempre più nelle mani della Merkel e sempre più esposta a una trasformazione socio-culturale-demografica. Ecco perché le prossime elezioni politiche saranno per il nostro Paese di un’importanza unica e straordinaria, anzi saranno determinanti per la sopravvivenza stessa di un certo modo di essere “Italia”, sia in senso storico e sia in senso democraticamente identitario. Ci si pensi dunque, perché la riflessione intorno all’ipotesi “sgretolati e sostituiti” è oggi più che mai tutt’altro che fantasiosa e peregrina.


di E. Rossi e A. Mosca