La Corte di Strasburgo e il caso Berlusconi

Ho ancora in testa le vergognose parole di Guglielmo Epifani pronunciate alla vigilia della riunione della Giunta del Senato incaricata di esprimere il proprio orientamento sulla decadenza di Silvio Berlusconi dal Parlamento, in forza della legge Severino: Domani in giunta del Senato – dichiarò - il Pd metterà la parola fine all’avventura politica di Silvio Berlusconi”. Parole sprizzanti soddisfazione e orgoglio per i numeri che non potevano non centrare l’obiettivo, ma anche perché ciò poteva avvenire quando l’ex socialista era segretario nazionale del Partito Democratico.

A parte il fatto che comunque Berlusconi non ha mai abbandonato la politica ora siamo vicini alla possibile riabilitazione da parte della Corte europea dei diritti umani che deve valutare il ricorso del Cavaliere contro la Legge Severino che, prevedendo la retroattività penale, è diventata, chiaramente, una legge dall’inconfondibile marchio di natura nazista o comunista poco importa. A nulla vale fare i sottili e, arrampicandosi sugli specchi, parlare di sanzione amministrativa quando la decadenza dal seggio senatoriale è una sanzione afflittiva così grave da potersi applicare solo su reati commessi dopo l’entrata in vigore della legge in questione.

Ma l’occasione offerta dalla fissazione della data, il 22 novembre prossimo, nella Grande Camera della Corte alsaziana, ci spinge a ripercorrere, soprattutto per offrire ai giovani una informazione, veritiera e utile, su ciò che è avvenuto per arrivare ad una condanna. Va subito anticipato che già, su identiche ipotesi di reato, la terza sezione specializzata in reati fiscali della Cassazione aveva assolto il Cavaliere da identici ipotesi di reato. Era pacifico che per la terza volta la stessa sezione non poteva non arrivare allo stesso risultato dell’assoluzione.

A quel punto entra in scena la Corte di Appello di Milano che segnala che la prescrizione scatterà il primo agosto del 2013 dando la stura ai giornaloni italiani che sparano a zero contro detta ipotesi di prescrizione. Si rende, pertanto, subito necessario insediare una sezione estiva che viene affidata al giudice Esposito che scodella una sentenza di condanna. Tutto legittimo? Non è così. Perché la prescrizione sarebbe scaduta il 26 settembre successivo. Berlusconi viene sostanzialmente tolto al “giudice naturale” in modo truffaldino per affidarlo alle cure dalla sezione estiva.

Ottenuta la condanna la sinistra forcaiola decide di espellere Berlusconi, definitivamente, dal Senato usando una legge incostituzionale che prevedeva, come prevede ancora, la sanzione anche per reati antecedenti alla sua approvazione che fa gloriare l’Epifani di turno. La sostanza è che non avendolo potuto battere politicamente la sinistra ha tentato di farlo fuori dalla politica né più né meno di come avrebbe potuto farlo o un regime autoritario o la stessa mafia che, semplifica lo scontro, eliminando semplicemente gli avversari.

Non pensa la sinistra che anche questo suo modo di usare la politica stia alla base del degrado istituzionale? Che essa abbia una responsabilità storica imperdonabile per come ha abusato del potere ottenuto? Non sarà facile uscire dal pantano creato ma certamente non sarà la sinistra forcaiola a poterlo fare. Silvio Berlusconi riabilitato serve anche a questo. L’Italia ha bisogno di qualche statista ancora esistente e non sa che farsene di populismi e di incapacità di governo. È sperabile che la Corte di Strasburgo, anche alla luce di casi col marchio Pd già affrontati e risolti, decida sui fatti, non si faccia avviluppare dai tentacoli sinistri che possono arrivare fino ad essa, e cancelli una vera e propria vergogna.

Aggiornato il 20 giugno 2017 alle ore 10:55