Residenza, cittadinanza, nazionalità: addio!

Dopo aver di fatto rinunziato, eliminando la condizione di “clandestino” per lo straniero insediato in Italia (che, in effetti, nessuno ha più bisogno di farlo “clandestinamente”) ogni effettiva valenza del concetto di “residenza”, si avvia, oramai senza remore e rimedi, alla totale vanificazione del concetto di “cittadinanza”, affidato alla sconsiderata rilevanza del cosiddetto “Ius soli” (Dio ci salvi, ma pare che non voglia farlo, dagli orecchianti della lingua latina!) a divenire uno status giuridico labile ed incerto, come casuale (e talvolta incerto) e potenzialmente sempre incerto è il luogo di nascita (se avessi tempo e voglia potrei sfoderare una collezione di “casi” in cui dovrebbero arrovellarsi menti giuridiche di ben altro stampo di quello di certi signori di nostra conoscenza).

Totalmente fuori controllo la residenza di stranieri, stravolto e reso incerto il concetto ed il diritto di cittadinanza affidato ad ipotetici criteri di assistenza ostetrica, ne consegue una insanabile fragilità del concetto e del principio di nazionalità e, quindi, della Nazione, che, oramai è “politicamente corretto” evocare solo in occasione di partite (formalmente) internazionali di calcio (ma Matteo Salvini tifa, magari, Corea del Nord).

La Nazione diventa evanescente, invocata solo per contrastare la sua collaborazione ed il suo giusto ruolo in Europa. Antieuropeisti senza Nazione: ecco i beccamorti del nostro futuro! La Nazione, il principio di cittadinanza nazionale (“Patriae Unitati – Civium libertade” è scritto sul Vittoriano, monumento alla Patria riottenuto dagli italiani del Risorgimento) è l’unico possibile collante di una società, di un Paese, di una economia che, di questi beni privati se ne andranno in malora. Collante tanto più necessario se si deve esser europei.

La subcultura di sinistra che vuole aggiungere un altro caos, quello della fine della cittadinanza come entità storico-culturale, alla disgregazione politico-amministrativa in corso, sta vibrando a ciò che resta degli italiani il colpo di grazia. Fermateli in tempo. Prima che si scateni l’idea del ricorso a una legittima difesa di ciò che difendere sarebbe oramai impossibile.

Aggiornato il 16 giugno 2017 alle ore 22:02