G7 Ambiente, gli Usa si sfilano sul clima

La dichiarazione finale del G7 Ambiente che si è tenuto a Bologna è stata adottata all'unanimità. C'è tuttavia una postilla in cui cui gli Usa dicono che non aderiscono alla sezione del comunicato sul clima e le banche per lo sviluppo. Nella postilla, contenuta sotto la sezione 2 del documento, dedicata al cambiamento climatico, si legge: "Noi gli Stati Uniti d'America continuiamo a dimostrare attraverso l'azione, avendo ridotto la nostra impronta di CO2, come dimostrato dal raggiungimento a livello nazionale dei livelli di CO2 pre-1994. Gli Stati Uniti continueranno a impegnarsi con i partner internazionali chiave in un modo che sia coerente con le nostre priorità nazionali, preservando sia una forte economia che un ambiente salubre. Di conseguenza, noi gli Stati Uniti non aderiamo a queste sezioni del comunicato sul clima e le MDB (banche multilaterali di sviluppo, n.d.r.), agendo così rispetto al nostro recente annuncio di ritirarci e cessare immediatamente l'attuazione dell'Accordo di Parigi e gli impegni finanziari associati".

"Parigi non è la sola strada per fare progressi" e "per raggiungere il consenso". Così il direttore dell'Agenzia dell'Ambiente degli Usa Scott Pruitt in un comunicato ribadendo la posizione "ferma degli Usa nella decisione di uscire dall'accordo di Parigi" e che è stato "riavviato il dialogo sul cambiamento climatico secondo le nuove priorità dell'Amministrazione Trump e le aspettative degli americani". Gli Stati Uniti, aggiunge Pruitt, hanno formalmente adottato il comunicato finale del G7 condividendo importanti questioni ambientali. Pruitt rileva che "rispetto all'importanza di impegnarsi con alleati di lunga data e partner chiave internazionali, il nostro approccio alle discussioni sul clima è stato forte e chiaro. L'azione di oggi di raggiungimento del consenso rende chiaro che l'accordo di Parigi non è l'unico meccanismo attraverso il quale può essere dimostrata la gestione dell'ambiente. Questo dimostra anche il nostro impegno a un confronto onesto che sia la pietra miliare di un dialogo internazionale costruttivo". Gli Usa "continueranno a mostrare leadership offrendo soluzioni mirate nelle sfide ambientali del mondo. Abbiamo indicato una volontà di impegno a livello internazionale che tragga grande beneficio da ingegno, innovazione e tecnologie avanzate americane. Abbiamo già dimostrato progressi significativi verso la mitigazione dei problemi ambientali e continueremo a svilupparli a beneficio di tutte le nazioni".

"Poteva essere un G7 della rottura ed invece è stato il G7 del dialogo", ha dichiatato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, a conclusione del vertice. Rilevando che "abbiamo lavorato per erigere ponti", Galletti ha ribadito che per sei dei sette Grandi (esclusi gli Usa) "l'accordo di Parigi sul clima è irreversibile, non negoziabile e l'unico strumento possibile per combattere i cambiamenti climatici" e ha auspicato "in futuro un dialogo con gli Usa". "Il G7 ha approvato all'unanimità il comunicato. Lo ha fatto in piena condivisione, riconoscendo le diversità delle opinioni'', ha spiegato il ministro. "I temi sui quali abbiamo trovato accordo - ha proseguito il ministro - sono la finanza sostenibile, l'economia circolare, l'efficienza delle risorse (approvando un'importante road map di Bologna), i rifiuti marini, l'impegno per l'Africa. Da questo G7 è emerso il legame profondo fra ambiente, società ed economia, per un nuovo modo di guardare al futuro". "Ci siamo adoperati per costruire ponti, non per erigere dei muri - ha concluso Galletti -. Italia, Francia, Germania, Giappone, Canada, Regno Unito e Unione europea hanno detto con forza che l'Accordo di Parigi è irreversibile, non negoziabile ed è l'unico strumento possibile per combattere i cambiamenti climatici. Ci auguriamo che con gli Stati Uniti possa proseguire in futuro un dialogo costruttivo, ma sulla base di questi punti. Ogni opzione diversa è per noi esclusa".

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Aggiornato il 13 giugno 2017 alle ore 15:12