Maurizio Gasparri: “Il futuro del centrodestra? Unità e coesione”

“Matteo Salvini, a margine delle elezioni amministrative, si autoproclama leader. Ma il futuro del centrodestra è unità e coesione”. Basta individualismi. Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, parla a pochi giorni dal fallimento del “patto a 4” sulla legge elettorale. Per lui il tempo di andare alle urne non sarà il prossimo settembre. Nessuna speranza. Nessuna campagna elettorale sotto l’ombrellone. Nessuna isteria dei mercati. Solo ferie e un occhio a quanto potrà accadere negli ultimi attimi di vita della legislatura in corso. Da qui alle prossima tornata elettorale, spiega, Forza Italia “dovrà innanzitutto ricucire una coalizione di centrodestra. Bisogna raccogliere le idee e affidare la gestione di questa partita a mani esperte e sagge”.

Stando ai risultati delle amministrative il centrodestra è più vivo che mai. Forza Italia come gestirà questa questo periodo di transizione da qui alle elezioni?

Secondo me si dovrebbe utilizzare questo periodo di tempo per ricucire una coalizione di centrodestra. Per ora siamo tutti con i piedi per terra, ma purtroppo già in queste ore Salvini si autoproclama leader in base a non so quale lettura di numeri. Numeri che francamente non legittimano questa pretesa.

Che fare?

Bisognerebbe trovare soprattutto ciò che ci unisce, le basi programmatiche che l’elettorato dimostra di individuare e di voler votare. Piuttosto che manifestare ambizioni individuali. Speriamo bene. Spero si possa trovare il bandolo della matassa. Ognuno di noi si sforzerà perché ciò avvenga.

Quali alleanze sono possibili adesso?

Il centrodestra dovrebbe seguire ciò che le elezioni amministrative hanno individuato, premiando le coalizioni classiche con Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e le realtà civiche. Questo è il modello da seguire.

Morto il “patto a 4”, che si fa ora?

Si va a posare il polverone per terra. Agire nell’immediatezza sulla base di reazioni, istinti porterebbe a ulteriori incidenti di percorso. Bisogna raccogliere le idee e affidare la gestione di questa partita a mani esperte e sagge.

Matteo Renzi è tra questi?

Renzi non è tra questi perché con la fretta che ha dimostrato sulla data del voto anticipato, il 24 settembre, e la sua ingordigia, ha contribuito per primo al fallimento di questo tentativo. Quindi calma e sangue freddo, mai come in questo momento.

Le elezioni anticipate sono ormai archiviate?

Mi sembrano improbabili, ma in politica bisogna essere pronti a qualsiasi evenienza. Al momento sono difficili da prevedere.

Rappresentanza o governabilità, cosa sceglie?

Bisognerebbe riuscire a coniugare tutte e due le cose, questo è lo sforzo della legge elettorale: dare a ciascuno il peso che ha nel consenso popolare però anche garantire una governabilità. Il difficile è proprio coniugare le due esigenze.

Silvio Berlusconi voleva il proporzionale e l’ha “quasi ottenuto”. In questo modo Forza Italia potrà correre da sola: è un bene per il partito?

Penso che bisognerà mantenere sempre una rete di rapporti e un obiettivo di governo comune per il centrodestra del paese. Oggi l’ansia di pesare i propri voti, di misurarsi è forte in tutti, però non bisogna pregiudicare le possibilità di un governo coeso e di una coalizione che possa avere un programma unitario.

Proporzionale fa rima con prima repubblica. Come difendersi dagli inciuci di palazzo?

Mantenendo un contatto con l’opinione pubblica, con le categorie, con alcuni settori che il partito deve rappresentare. Il centrodestra ha degli interlocutori storici in tante categorie, in tante parti della società italiana.

Come evitare l’isolamento?

È necessario evitare di rinchiudersi soltanto in dinamiche di palazzo, di potere o di presunto potere.

Se nella nuova legge elettorale non ci saranno le preferenze sarà una cosa positiva?

Io non temo le preferenze e credo che dopo lo stop che c’è stato alla Camera nei giorni scorsi bisognerà valutare un’apertura su questo tema. Sarà uno dei possibili modi per trovare una soluzione.

Eppure spesso le preferenze sono sinonimo di clientele, corruzione…

Quando non ci sono le si invocano, quando ci sono si dice quello che sta dicendo lei. Ora basta con questo qualunquismo. Le preferenze non sono né il male né una soluzione magica, ma la persona peggiore che esiste è quella le invoca quando sono assenti e le attacca quando ci sono.

Un’ultima domanda. Come vede Mario Draghi candidato qui in Italia? Berlusconi ne ha parlato pochi giorni fa…

Conosco Draghi da molti anni. Secondo me un presidente del Consiglio deve essere un politico che coniughi competenza, ascolto e rispetto delle ragioni dei cittadini. A volte i tecnocrati importanti e utili in alcuni frangenti, sono un po’ avulsi dalla vita reale del paese. Quindi io preferirei altre soluzioni. Draghi è una persona che è stata utile all’Italia e alle istituzioni internazionali. Ha ricoperto funzioni importanti, crescenti prima come governatore della Banca d’Italia poi in Europa come presidente della Banca Centrale Europea. Ma non credo sia arrivato per lui il momento di scendere in politica.

Aggiornato il 13 giugno 2017 alle ore 21:28