La Marina libica accusa: “Le Ong aspettano i barconi”

La Marina libica attacca e punta il dito contro le ong accusandole di aspettare i barconi di migranti, informandosi in anticipo via radio, del loro arrivo. Mentre continuano i naufragi con almeno altre 52 vittime al largo della Libia e un migliaio di soccorsi, si riaccende così la polemica sull'azione delle organizzazioni non-governative. A riportare le Ong nel mirino è stata una nota informale inviata anche all'Ansa dal portavoce della Marina libica su un'operazione di respingimento, che ha registrato un morto e due feriti negli scontri con i trafficanti, e ha riportato in Libia 570 persone.

"Mezz'ora prima" dell'intervento al largo di Sabratah - ha spiegato l'ammiraglio Ayob Amr Ghasem - una motovedetta della Guardia costiera libica ha captato conversazioni "via radio" intercorse "tra organizzazioni internazionali non governative": "Sembrava che queste Ong aspettassero i barconi per abbordarli", ha sostenuto il portavoce, accreditando implicitamente la tesi di contatti quantomeno fra migranti e navi pronte a salvarli. E si riaccende la polemica politica. "Questo non è salvataggio, è traghettamento. A navi che ci espongono a questi rischi non dovrebbe essere consentito l'approdo nei nostri porti", ha dichiarato Luigi Di Maio dell'M5S. "Queste navi sono complici dell'invasione che stiamo subendo" e vanno fermate "con le buone o anche con le cattive se occorre", dice invece Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato mentre Matteo Salvini, plaude: la "Marina Militare libica respinge le navi delle ONG pro-invasione e riporta a terra più di 500 clandestini. Applausi", scrive il leader della Lega.

La presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni esorta invece il Governo a scusarsi "col Procuratore di Catania che per primo ha avuto il coraggio di denunciare i comportamenti sospetti di alcune Ong". "Siamo alla conferma che queste Ong svolgono un'azione criminale e illegale che danneggia l'Italia", ha sostenuto poi il senatore Maurizio Gasparri (FI). In difesa delle ong si è schierato invece il vicepresidente della Commissione sul sistema di accoglienza Edoardo Patriarca (Pd) chiedendo che "la Marina libica porti le prove di quanto dice, perché finora nessuna indagine ha portato a nulla se non infangare il nome di chi soccorre i migranti in mare". Sabato, sempre al largo della Libia, c'è stato un altro naufragio di un gommone in cui sarebbero morti 52 migranti diretti verso l'Italia mentre altri 78 sono stati tratti in salvo dalle unità che operano nel Mediterraneo centrale. Altre vittime che allungano la già tragica lista di 1.600 morti stimati solo nei primi cinque mesi di quest'anno.

Aggiornato il 12 giugno 2017 alle ore 10:47