Omicidio plateale, lo stile mai perso dei mafiosi

L’omicidio del boss mafioso Giuseppe Dainotti commesso l’altro ieri a Palermo conferma che certe attività dei clan non si sono mai spente, né smorzate.

In tanti dicono che “la mafia si è spostata al Nord, in Sicilia c’è troppa fame perché stiano ancora qua. Ci possono essere quattro delinquenti, ma quelli grossi stanno nelle città coi soldi!”. C’è un fondo di verità, ma chi aveva qualche dubbio sulla totale assenza del malaffare, ieri se lo dev’essere tolto. Questo omicidio, però, accade a ridosso di un importante evento, che da 25 anni riunisce migliaia di persone a Palermo, per sfilare nelle strade principali della città e per dire al mondo “noi non ci stiamo!”, per l’anniversario delle stragi che portarono via Falcone e Borsellino (con la loro scorta), gli eroi di cui tutto il Paese si riempie la bocca.

#PalermochiamaItalia è il titolo della manifestazione di quest’anno, 70mila studenti da tutta Italia. Un susseguirsi di eventi: la cerimonia di apertura guidata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la “Nave della Legalità”, la mostra fotografica dell’Ansa allo Spasimo, l’Aula bunker che diventa galleria d’arte e che ospiterà le opere recuperate dai carabinieri, i due tradizionali cortei che vedono protagoniste tutte le scuole della città. Tutto questo si può anche seguire su diversi programmi Rai. Dainotti è stato ammazzato 24 ore prima di tutto questo. Un gesto plateale, come piace ai signori della mafia.

@vanessaseffer

Aggiornato il 23 maggio 2017 alle ore 21:30