Bagnasco:

Occorre prestare attenzione ai fenomeni politici che investono l'Europa. Lo ha detto il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, nella Prolusione all'assemblea dei vescovi italiani, riferendosi al "marcato populismo, che, mentre afferma di voler semplificare problemi complessi e di promuovere nuove forme di partecipazione, si rivela superficiale nell'analisi come nella proposta, interprete di una democrazia solo apparente. Ci si chiede, pertanto, se serva veramente la gente, oppure se ne voglia servire; se intenda veramente affrontare i problemi - ha aggiunto Bagnasco - o non piuttosto usarli per affermarsi. Con questo, il populismo non può essere snobbato con sufficienza: va considerato con intelligenza, se non altro perché raccoglie sentimenti diffusi che non nascono sempre da preconcetti, ma da disagi reali e, a volte, pure gravi".

Bagnasco ha poi parlato di "questi lunghi e durissimi anni di crisi perdurante. La povertà è cresciuta, il solco delle disuguaglianze è più profondo, la piaga della non occupazione è terribilmente diffusa e lacerante per giovani, impossibilitati a fare un progetto di vita, per gli adulti umiliati a essere inerti e a dover dipendere dai genitori o da altri. Non si può vivere a lungo senza sentirsi utili e autonomi" e "la politica in solido ha la responsabilità primaria non delegabile di creare le condizioni di possibilità e di incentivare in ogni modo la geniale capacità dei nostri lavoratori". "Non si tratta solo di assicurare stipendi, ma anche di riconoscere la dignità professionale e produttiva del nostro popolo. Tempi così nuovi e così drammatici - ha rilevato ancora Bagnasco - richiedono anzitutto uno sforzo di umiltà e di approfondimento che ci aiuti ad approdare a nuove soluzioni per promuovere bene comune e dignità della persona; per non arrenderci alle logiche inique di un'economia scivolata nella finanza, ma poter favorire quanto meno un mercato sociale".

La famiglia, inoltre, non riceve attenzione da parte delle istituzioni. "Sono urgenti politiche familiari" e risorse perché "non sostenere la famiglia è suicida". "La cultura - ha detto Bagnasco - oggi disprezza la famiglia e la politica la maltratta! Come se questo nucleo, questo microcosmo, fosse vecchio e superato, e si dovesse viaggiare trionfalmente verso nuove forme, più aggiornate, si dice, più efficaci e libere. Di fronte alla caduta libera della demografia: non è possibile che le politiche familiari siano sempre nel segno di piccoli rimedi, quando sono necessarie cure radicali".

La Chiesa, per Bagnasco, oggi ha sempre più il compito di risvegliare la società dalla perdita di valori: "Non ci nascondiamo le contraddizioni, l'avanzata del secolarismo e il rischio che l'umano si dissolva". L'uomo occidentale appare confuso e smarrito sulla proprio identità e sul suo stesso destino. Ma dentro a questo groviglio, è presente una opportunità che, pian piano, emerge dalla coscienza distratta, si fa voce, si trasforma in attesa, diventa invocazione: è l'alba del risveglio! Il risveglio sarà a volte timido e intermittente come la rugiada che penetra, a volte improvviso e tumultuoso come un fulmine. Ma il processo è iniziato e nessuno potrà fermarlo, perché l'uomo non può vivere a lungo senza verità".

Aggiornato il 23 maggio 2017 alle ore 13:57