Il muro peggiore è quello che non si vede

Il muro peggiore è quello che non si vede, quello dell'ipocrisia e della falsità, quello insomma che trasforma l'apparire in essere. Siamo, infatti, convinti che gran parte di tutti quelli che vogliono sembrare buoni, puri, caritatevoli, in realtà sono solo lucidi calcolatori della convenienza elettorale. Calcolatori del trendy, del politicamente corretto e del conformismo falso buonista, tanto è vero che quando parlano di chi non la pensa come loro anziché argomentare, insultano, accusano, insolentiscono.

Con la spocchia radical chic più inflazionata professano l'accoglienza senza limiti, ben sapendo che non solo non funziona ma è il metodo migliore per non risolvere niente. Quelle popolazioni, infatti, andrebbero aiutate a crescere, svilupparsi, avviarsi verso una vita degna  nelle loro terre e nei loro Paesi d'origine. Non solo, ma ammesso di volerli "salvare" con l'accoglienza, bisognerebbe essere in grado di farlo e farlo bene. Farlo bene significa integrarli formandoli a regole condivise e a una vita di valori in una  comunità riconosciuta. Accoglierli, infatti, per gettarli nel mucchio, ammassarli nei centri, lasciarli fuggire e spesso delinquere nel Paese, significa solo rischio, pericolo, protesta.

Bene, anzi male, i signori dell'accoglienza no limits sanno perfettamente che la' Italia non è in grado di gestire e affrontare questo fenomeno epocale. Sanno perfettamente che da noi non esiste né l'esperienza né una struttura di sistema capace di integrare ingressi oceanici. Come se non bastasse sanno altrettanto bene che così facendo la rete di servizi sociali pubblici, già pessimi per gli italiani, non potrà che tendere al collasso definitivo. Eppure, come se niente fosse, fanno finta di non sentire le proteste crescenti che ovunque in Italia, dal Nord al Sud, si manifestano.

Fanno finta di non vedere i problemi che di pari passo con l'immigrazione incontrollata sono andati aumentando fra la popolazione, fanno gli gnorri di fronte alla vergognosa rete di affari che si è creata intorno all'accoglienza. Insomma muro d'ipocrisia contro il buon senso, la realtà, la logica che anche uno sprovveduto avvertirebbe. Ecco perché il primo, unico e vero muro da   abbattere è quello della loro falsità e scriteriatezza.

Servirebbe, infatti, bloccare o gestire i flussi, predisponendo subito un piano straordinario d'intervento in loco, compreso quello militare su base internazionale, per riportare  la pace e fermare le lotte fra bande. Servirebbe una strategia di aiuti, una strategia di assistenza e di ripristino della legalità, condotta dall'Europa e dall'Onu con immediatezza. Questo servirebbe e non le manifestazioni radical chic dove di tutto si parla fuorché del necessario e dell'indispensabile per risolvere d'avvero quel dramma che il muro dell'ipocrisia sta pericolosamente aggravando.

Aggiornato il 23 maggio 2017 alle ore 14:06