Testamento biologico: la Lidu per la dignità del fine vita

In occasione dell’avvio dell’esame da parte del Senato del disegno di legge “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento” (che era stato approvato dalla Camera il 20 aprile con 326 voti a favore, 37 contrari e 4 astenuti), la Lidu ha ospitato nella propria sede nazionale a Roma una tavola rotonda dal titolo: “La proposta di legge sul testamento biologico quale libera scelta di dignità”. La materia è stata affrontata in modo multidisciplinare – proprio di un laboratorio di idee – attraverso la politica, il diritto, la medicina e la testimonianza.

Nell’introduzione Antonio Stango, presidente nazionale della Lidu, ha ricordato che fra le libertà fondamentali il decidere cosa fare del proprio corpo, non arrecando alcun danno a terzi, non deve essere sottoposto a limitazioni poiché si tratta dell’area più intima della sfera privata dell’individuo: l’associazione sosterrà quindi tutte le iniziative parlamentari volte al pieno riconoscimento di tale diritto.

Un resoconto diretto dell’attività della Camera dei deputati in merito al disegno di legge è stato svolto da Pia Locatelli, presidente del Comitato permanente sui Diritti Umani della Camera, alla quale la Lidu ha assegnato nel 2016 il “Premio Ungari” riconoscendo il suo lungo impegno in questo campo. L’onorevole Locatelli ha raccontato il difficile iter del provvedimento, il quale è partito da lontano richiedendo circa un anno per calendarizzare la discussione e un altro anno di duro lavoro in commissione perché si unificassero varie proposte arrivando a un testo condiviso. La deputata ha affermato che con la nuova legge si darà piena attuazione all’articolo 32 della Costituzione rendendo esplicitamente obbligatorio per il Sistema Sanitario Nazionale il rispetto di determinate scelte del paziente. Ha quindi auspicato un rapido passaggio del provvedimento al Senato (da dove è giunto un messaggio di sostegno di Luigi Manconi, presidente di quella Commissione per i Diritti Umani e Premio Ungari nel 2015) affinché la norma possa essere varata prima della fine della legislatura.

Il professor Mario Manganaro, medico e coordinatore per il Lions Club del tema di studio sul testamento biologico, ha spiegato in modo chiaro ed efficace, anche con l’ausilio della proiezione di alcune immagini, le funzioni vitali del cervello, la corteccia cerebrale, lo stato vegetativo, il coma: argomenti la cui cognizione è necessaria per comprendere cosa succede al nostro cervello in casi terminali e quali possono essere le speranze di vita, anche al fine di poter fare una scelta cosciente e responsabile.

L’avvocato Maurizio De Tilla, presidente della Commissione Giustizia della Lidu, giurista attento in modo particolare ai temi del testamento biologico e autore di diversi libri sulla materia anche insieme con Umberto Veronesi, ha incentrato il proprio intervento sul diritto all’autodeterminazione della scelta di cura e sul diritto di terminare la vita in modo dignitoso e libero, attraverso la redazione di disposizioni anticipate di trattamento che possano rendere conoscibile a familiari e medici la volontà di un individuo in proposito, in modo vincolante per il personale sanitario. Il professor Pietro Rescigno, cattedratico illustre del diritto civile, ha ricordato il suo impegno di studio sul tema e la sua attività presso il Comitato nazionale di Bioetica, dove aveva già enucleato circa vent’anni fa i punti cruciali della questione giuridica legata alla libertà di cura e allo strumento giuridico necessario a palesarla. Il giurista ha così parlato della libertà di autodeterminazione del paziente cui corrisponde il dovere di rispettarla a carico della comunità, del rapporto medico-paziente, della figura del fiduciario e del “testamento biologico”: nome non adoperato in senso proprio (perché in diritto il testamento è a disposizione per il dopo morte, mentre qui si tratta di disposizioni di vita e di fine vita), ma che per la sua suggestione e per la solennità dell’atto è quello che meglio si presta per rappresentare, specie al grande pubblico, questo strumento.

Mina Welby, presidente d’onore dell’associazione Luca Coscioni, ha ricordato le circostanze della morte di Piergiorgio Welby, ma ha anche raccontato la propria esperienza del 13 aprile di quest’anno: quando ha accompagnato Davide Trentini a morire volontariamente in Svizzera, nel rispetto della normativa elvetica, notando quanto egli fosse sereno nel momento in cui con libera scelta poneva fine ai propri tormenti.

Concludendo il mio ruolo di moderatore dell’incontro, quale presidente del Comitato Romano della Lidu ho evidenziato il fatto che a Roma non esiste ancora un Registro dove depositare il testamento biologico e che i residenti romani che lo vogliano fare sono costretti al deposito presso un notaio, con difficoltà e spese, il che rende più gravoso fare le proprie scelte di dignità e libertà su un aspetto così importante della vita e della morte; mi sono pertanto impegnato, a nome del Comitato, a richiedere l’istituzione di questo Registro al sindaco di Roma e al Consiglio comunale. La videoregistrazione della tavola rotonda è stata effettuata da Radio Radicale ed è disponibile sul sito della radio e su www.liduonlus.it

(*) Presidente del Comitato Romano della Lidu e tesoriere nazionale

Aggiornato il 22 maggio 2017 alle ore 21:18