Il Partito Democratico si scopre garantista

La ricordate l’inchiesta Consip? Ieri l’altro i magistrati della Procura di Roma hanno inferto un duro colpo alla consistenza dell’impianto accusatorio a carico di Tiziano Renzi, babbo dell’ex Premier. Già in precedenza il procuratore capo Giuseppe Pignatone aveva revocato, per fuga di notizie, la delega alle indagini alla sezione napoletana del Nucleo di tutela dell’ambiente (Noe) dei carabinieri, di fatto esautorando dall’inchiesta i colleghi della Procura partenopea.

Ora il colpo di scena: il capitano dell’Arma, Gianpaolo Scafarto, in forza al Noe di Napoli, è stato raggiunto da un avviso di garanzia emesso dalla Procura capitolina. Gli inquirenti contestano all’ufficiale dell’Arma il reato di falso aggravato. Scafarto avrebbe manipolato il resoconto di un’intercettazione ambientale attribuendo ad Alfredo Romeo, attualmente detenuto in custodia cautelare con l’accusa di corruzione nell’ambito della medesima inchiesta, la frase carpita in un colloquio con il suo consulente, l’ex-parlamentare di Futuro e Libertà Italo Bocchino: “... Renzi, l'ultima volta che l'ho incontrato”. L’ammissione galeotta l’avrebbe pronunciata quest’ultimo e non Alfredo Romeo. Quindi Renzi padre e Romeo non si conoscevano. E il Renzi di cui si parla non sarebbe il babbo ma il figliolo, come confermato dallo stesso Bocchino. Inoltre, Scafarto avrebbe riferito della presenza di uomini dei Servizi segreti che avrebbero interferito con le attività investigative svolte dal suo reparto. Gli inquirenti invece hanno accertato che gli individui sospetti visti gironzolare nei pressi degli uffici della “Romeo Gestione” nel mentre i carabinieri del Noe effettuavano una perquisizione, altri non erano che degli ignari passanti.

Roba grossa, che ha fatto esplodere la furia garantista dei renziani. La vicenda indubbiamente non è bella, non fosse altro perché contribuisce a consolidare lo stereotipo di Napoli capitale della contraffazione. Le banconote, le borse, le scarpe e gli abiti griffati, i documenti d’identità, i passaporti, i falsi invalidi? Tutti i migliori tarocchi li fanno a Napoli. Ci mancavano solo le intercettazioni fasulle e il quadro è completo. Bando all’ironia, ci sta che i renziani tirino un sospiro di sollievo per la piega presa da un’indagine particolarmente rognosa, ma non esagerino a giocare ai garantisti perché non gli crede nessuno. Da quando è trapelata la notizia dell’avviso di garanzia al capitano Scafarto, la falange renziana si è presentata ai media per dirsi fautrice a oltranza della giustizia giusta. È stato uno spettacolo esilarante vedere le vecchie pellacce del giustizialismo militante fare la parte dei difensori dei diritti inviolabili dell’indagato. Alla sfacciataggine non c’è limite: oggi che tocca a loro stare sulla graticola si accorgono che l’avviso di garanzia non è una sentenza anticipata di condanna. Bella scoperta! E dov’era la loro immacolata coscienza quando nel tritacarne mediatico-giudiziario ci finivano gli avversari politici? Tutto dimenticato? Dimenticata anche la passione inquisitoria della “Torquemada di Sinalunga”, l’onorevole Rosy Bindi, nota alle cronache per le sue liste di proscrizione popolate di “impresentabili”? E dei tanti seppelliti sotto il macigno del teorema giustizialista: il sospetto-anticamera della verità, salvo dopo anni a scoprirli innocenti, cosa ne facciamo? Dalle parti dell’odierna maggioranza ci si preoccupa tanto di allungare la prescrizione dei reati, ma quella per le nefandezze compiute in nome dell’autoproclamata diversità morale della sinistra non si tocca: vale sempre.

Cari compagni del Partito Democratico, lasciatevelo dire serenamente, pacatamente, come ve lo direbbe il vostro Roberto Giachetti: avete la faccia come il c... Tuttavia, il vostro garantismo, di fresco conio, abbisogna ancora di una messa a punto. Al momento funziona a giorni alterni: garantisti quelli pari, giustizialisti i dispari. Allora stia in campana il centrodestra. Se deve farsi scoppiare un’indagine tra le mani si procuri di farlo nei giorni giusti. Se becca quelli sbagliati rischia di trovarsi contro i soliti profittatori delle disgrazie altrui. Adesso quelli del Pd hanno il nuovo “santino”, Tiziano Renzi, da portare in processione il prossimo 25 aprile: buon per loro. Vedremo quanto durerà questa folgorante illuminazione sulla via del garantismo.

Aggiornato il 27 aprile 2017 alle ore 16:26