Se il centrodestra torna ad attrarre

martedì 11 aprile 2017


Di grillino in grillino. Un target chiaro per far risorgere il centrodestra. La gara va avanti da tempo. Il Partito Democratico e i suoi giornali cercano di dimostrare l’ispirazione destrorsa dei 5 Stelle, negando l’evidenza, nota oramai ai più, di provvedimenti e prese di posizione dei rappresentanti grillini che poco hanno a che vedere con una cultura politica tradizionalmente di destra. Anzi. Su immigrazione e questione nomadi la posizione dei portavoce pentastellati, soprattutto nelle Regioni e nei Comuni, è sempre in linea con il Pd e la Sinistra.

Ora, se è vero che di moderati ne esistono sempre meno, meno vero è che non esista in Italia una cultura di contrapposizione tra la sinistra e chi di sinistra non ne vuole minimamente sentir parlare. Gli ultimi sondaggi ci parlano di una crescita del movimento di Beppe Grillo, avanti al Pd di Matteo Renzi. Il centrodestra, balcanizzato in mille rivoli, unito rappresenterebbe potenzialmente la prima forza politica del Paese.

E allora, seppur nelle curiosità proprie di questo dibattito, l’unico dato inconfutabile è che tra gli elettori di Grillo esistano migliaia e migliaia di persone che, deluse dalla stagione politica del centrodestra, hanno voluto protestare per sconfiggere le sinistre e il renzismo.

E’ innegabile, dunque, che la vera partita del centrodestra sia lavorare nei confronti di un target ben definito, che poco ha a che vedere con Angelino Alfano, Pier Ferdinando Casini e le manovrine della corsa al centro o meglio dell'accozzaglia per poi tradire e puntare alla poltrona facile. Al centro c’è Renzi e alla sua sinistra i parenti, oggi recalcitranti e domani utili gestori di dissenso interno, rappresentati da Massimo D’Alema, Giuliano Pisapia e compagnia cantante.

Gli unici ad aver veramente identificato il target cui mirare sono stati finora senza dubbio Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) con quest’ultima, in particolare, data in forte crescita per via del primo reflusso dell’Era grillina, quella dei delusi da Grillo, degli stufi dell’incompetenza a 5 Stelle, nonché degli ex elettori di destra divenuti consapevoli del bluff grillino. Non neghiamo che in questo percorso la sindaca di Roma Virginia Raggi stia aiutando, così come in generale l’esperienza grillina nella Capitale e nei municipi romani dove l'incompetenza rasenta l'assoluto dilettantismo. Certamente per l’effetto mediatico di rilievo nazionale che le scelte e le gaffe imbarazzanti di Virginia e dei suoi uomini e donne ci stanno regalando. Mentre sul panorama capitolino a far da protagonista è il nulla che, nella quotidianità dell'abbandono dei quartieri capitolini, i grillini sanno esprimere.

Sono di questa settimana infatti le ultime notizie di dimissioni, regolamenti di conti e fuoriuscite dal partito grillino. Il Municipio di Garbatella dovrà riandare al voto a causa delle lotte di potere intestine all’ex movimento. In Municipio XIII, invece, una consigliera grillina aderisce a Fratelli d’Italia. La stessa decisione che fu assunta settimane fa da una sua collega del Municipio XII. Si tratta di segnali chiari, di un (ex) movimento che è ancora forte nell’opinione pubblica ma che nei fatti tende a sgretolarsi giorno dopo giorno. E questo anche grazie a chi, nel tempo, ha lavorato alacremente per proporre un’alternativa valida, perché trasparente e credibile, all’elettore grillino. La maggior parte di questi non vuole far vincere la sinistra, ma cerca disperatamente un approdo che sia chiaro, senza infingimenti, con un programma serio e credibile per uscire dalla crisi economica, in grado di rappresentare veramente la forza della gente contro lobby, giochi di potere, ribaltonismi e, non in ultimo, privilegi.

Se il centrodestra saprà interpretare questo ruolo in maniera determinata, fiero della propria tradizione politica ma anche pronto a rinnovare la propria classe dirigente, premiando merito e competenze, trasparenza e lotta al privilegio, le prospettive per i poteri forti renziani e la mediocrità grillina non saranno più così rosee.

(*) Consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia


di Fabrizio Santori (*)