Banchieri pro Unione nel mirino eversivo

sabato 18 marzo 2017


Contro chi si scagliano gli anarchici del Terzo Millennio? Soprattutto, qual è il nemico dell’uomo della strada che l’eversione interna intende processare e colpire? Queste domande ce le stiamo ponendo in tanti dopo che la notizia della busta esplosiva, inviata alla sede europea del Fondo monetario internazionale a Parigi, ha fatto il giro del mondo. L’obiettivo della cosiddetta eversione interna (per differenziarla da quella di matrice islamica) sono le normative bancarie, spesso sul banco degli imputati per aver aiutato a gestire la crisi a favore di ricchi e ricchissimi. Secondo le varie intelligence, all’origine dell’attentato ci sarebbero gli anarchici greci. Gli stessi che avrebbero inviato una lettera esplosiva anche al ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble. Ora l’attenzione degli investigatori europei è tutta puntata sul vertice capitolino del prossimo 25 marzo, che vedrà nella Capitale italiana tutti i leder europei e i presidenti di banche per celebrare i sessant’anni del Trattato di Roma. Per quella data sono previsti scontri e manifestazioni, perché chi controlla banche e politica sembrerebbe sempre meno attento agli esclusi. Ecco che l’intelligence individua tra gli “invisibili” eventuali eversori del Terzo Millennio. Ma chi sono questi invisibili?

Secondo i soliti ben informati un misto di disoccupati, indigenti e nuovi poveri che avrebbe abbracciato la strada della lotta violenta per cercare di scardinare il muro di silenzio mediatico sulle povertà create a tavolino dall’ultima grande crisi. Il disoccupato è un potenziale criminale? Sintetizzando il pensiero degli esperti francesi, i disoccupati sarebbero oggi nell’Ue di due estrazioni, ovvero cristiana e musulmana; i primi potrebbero arruolarsi nel fronte interno (eversione classica ed anarcoide anti-bancaria), mentre i secondi sarebbero più facilmente reclutabili dall’integralismo islamico. Certo, le affermazioni parigine vanno lette come dichiarazioni a caldo, e anche dopo gli ultimi attentati era saltato fuori il solito solone pronto a dire che “l’eversore è dotato di una personalità che non sa accettare un percorso d’esclusione sociale”. Va detto che l’uomo è di per sé ambizioso, e difficilmente accetta di buon grado l’esclusione.

Ma le politiche bancarie europee non sembrano fermarsi di fronte a nulla. Infatti anche i barboni, i senzatetto e gli indigenti tutti sono ora tenuti a dimostrare di avere un conto corrente, lo recita una legge italiana che recepisce una normativa europea. Tutte le banche dovranno avere un conto corrente base che permetta di fare operazioni semplici come i bonifici. Dotato di bancomat, l’indigente avrà un canone “ragionevole” e sarà completamente gratuito per i più poveri: è quanto prevede il decreto, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri, in attuazione della direttiva 2014/52/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 2014. Non sarà a pagamento per chi, come stabilisce la convenzione firmata tra Abi, Poste e Bankitalia, ha un Isee sotto gli 8mila euro (più basso dei 18mila per i pensionati). Il decreto garantisce, si legge sul sito del Governo, “ai consumatori che utilizzino conti di pagamento, maggiore trasparenza informativa, procedure semplificate per il trasferimento del conto stesso e un regime tariffario agevolato nel caso di apertura di un conto di pagamento con caratteristiche di base”. Il conto di pagamento, come definito dalla direttiva, “è uno strumento usato per l’esecuzione di operazioni semplici quali, ad esempio, ricevere un bonifico o effettuare pagamenti”.

Il provvedimento riprende quanto già disposto dalla Convenzione tra il ministero dell’Economia e delle finanze, la Banca d’Italia e le principali associazioni rappresentative dei prestatori di servizio di pagamento (banche, Poste e istituti di pagamento); in continuità con tale Convenzione e in attuazione della direttiva europea: il conto di base deve essere offerto da tutti i prestatori di servizi di pagamento che offrono alla propria clientela conti di pagamento e includere un numero predefinito di operazioni annue a fronte di un canone onnicomprensivo.

Di fatto il decreto ottempera al concetto di tracciabilità totale della moneta in mano al cittadino, fosse anche il povero che chiede l’elemosina. Un concetto che presenta non pochi aspetti utopici, anche perché secondo i soloni dell’Ue il denaro non è regalabile ma dovrebbe comunque venir corrisposto a fronte di una prestazione o della cessione di un bene. Di fatto l’Ue non ammette la beneficenza, e qualche pacifico cristiano non sembra voglia porgere l’altra guancia a Bce e fondi monetari vari.


di Ruggiero Capone