Gli asini M5S volano sempre più in alto

Martedì scorso Giovanni Floris, conduttore generalmente capace ed equilibrato, nel corso del suo talk-show politico in onda su La7 ha inscenato un vero e proprio processo mediatico ai danni di Matteo Renzi e del renzismo privo di alcun contraddittorio.

Ospitando una lunga serie di personaggi ostili all’ex Presidente del Consiglio tanto per ragioni politiche che personali, tra cui Enrico Letta, Marco Travaglio, Tommaso Cerno, Michele Emiliano e Luigi Di Maio, il pur ottimo Floris non ha scritto a mio avviso una esaltante pagina di approfondimento televisivo. Al contempo, ascoltando la lunga intervista dedicata allo stesso Di Maio, unita al tono generale della trasmissione, si è avuta netta la conferma secondo cui l’emittente di Urbano Cairo si stia sempre più allineando su posizioni filo-grilline, assumendone in un certo qual modo il ruolo di grancassa mediatica.

Non mi spiegherei altrimenti l’eccessiva benevolenza con la quale Floris e altri stimati conduttori accolgono le a dir poco deliranti affermazioni provenienti da un gruppo di miracolati politici a Cinque Stelle, tra cui il citato vicepresidente della Camera dei deputati. Affermazioni deliranti le quali mostrano un colossale deficit di realismo e che andrebbero contestate con grande fermezza da chi ambisce a fare l’esame agli esponenti di un Movimento che si candida a governare il Paese.

Non so cosa pensi intimamente Floris al riguardo, tuttavia vivendo in questo disgraziato Paese e pensando alla sempre più probabile eventualità di un Esecutivo grillino, nell’ascoltare le ultime proposte per rilanciare l’economia italiana espresse da Di Maio mi sono venuti i sudori freddi.

In soldoni, l’elegantone pentastellato ha spiegato in diretta televisiva che con le seguenti tre mosse ben assestate torneremo a crescere in modo impetuoso: reddito di cittadinanza, abbattimento della tassazione attraverso i proventi della lotta alla corruzione e istituzione di una banca pubblica per finanziare le piccole e medie imprese. Dopodiché “sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce e anche gli uccelli faranno ritorno”.

Ma al di là delle facili battute, mi sembra evidente che Luigi Di Maio e soci non abbiamo la più pallida idea, presentando simili proposte, della cornice sistemica in cui vorrebbero esercitare la loro azione politica. In sostanza, non sanno di cosa stiano effettivamente parlando, sebbene il loro consenso tenda, quasi per una sorta di inerzia della disperazione, a crescere. Evidentemente molti cittadini comuni non riescono a trovare nell’attuale offerta politica un’alternativa più credibile alle promesse stile asini che volano dei seguaci di Beppe Grillo. Asini che continuano a volare, ahinoi, sempre più in alto.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:45