Grillini: i nuovi cinesi

Vogliono abolire i vitalizi, si decurtano lo stipendio, mandano in vacca le Olimpiadi, tagliano il progetto per lo stadio della Roma, predicano la decrescita felice, esaltano l’uomo comune alla guida delle Istituzioni.

I pentastellati giocano al ribasso predicando una politica low-cost come in una sorta di concorrenza basata su un messaggio di tipo quantitativo: poco cemento, poco stipendio alla politica, onestà (e quindi poca corruzione), pochi appalti (e quindi poche opere e pochi eventi internazionali), poche pensioni alla casta, poca crescita (e quindi reddito di cittadinanza in luogo dell’occupazione).

Di progettualità, di obiettivi sfidanti e di qualità nemmeno l’ombra, come a voler convincere la gente ad accontentarsi del bravo cristo premiandolo per il sol fatto che è onesto, non ruba e ci mette tanta buona volontà. Accontentatevi del neofita insomma, del portavoce della gente comune che è lì a cercare di fare il massimo in una sorta di supplenza civica a una politica che saprà anche come funziona la stanza dei bottoni ma ha la mano troppo lesta. E se sbaglia, come nel caso di Virginia Raggi, il cittadino pentastellato lo fa in buona fede perché mica si può pretendere di inchiodare una ragazza alle proprie responsabilità così come se ci si trovasse al cospetto di un politico di professione.

Insomma, obiettivi modesti e tanta comprensione a buon mercato come a voler abbassare le pretese degli amministrati fino a portarli a non pretendere che il servitore dello Stato sia bravo e anche onesto. I quali amministrati ad oggi dimostrano di essere ben propensi ad accontentarsi di quelli non bravi ma onesti (fino a prova contraria visto che di episodi critici ce ne sono alcuni). E lo fanno con la stessa logica con la quale preferiscono il negozio cinese a quello italiano perché i prezzi sono risibili anche se la qualità è palesemente scadente.

I grillini sono i nuovi cinesi della politica ai quali non devi chiedere cosa ci mettano nelle vernici con cui colorano i prodotti o quali materiali usino per realizzarli. E se dopo due giorni l’oggetto si rompe? Comprensione. D’altronde era un prodotto cinese, mica puoi pretendere che duri. E se poi il prodotto italiano di qualità muore sotto i colpi di questa concorrenza al ribasso? Pazienza, così imparano i negozianti italiani a lucrare in maniera esagerata. Senza sapere che a rimetterci siamo tutti noi e non soltanto la parte marcia di questo Paese.

Aggiornato il 07 aprile 2017 alle ore 17:56