L’attacco al Parlamento   da parte dei giornali

Mi ha colpito particolarmente e gravemente mi ha allarmato, il titolo che taluni giornali hanno dato alla conclusione della angosciosa vicenda di Dj Fabo. “Parlamento sotto accusa”. Un titolo simile non lo avevo mai visto. Prendetela come vi pare, ma questo è l’affiorare di una ancestrale, cupa, ottusa insofferenza per le libere istituzioni.

La colpa, il dileggio, la maledizione di quest’Uomo che ha deciso di andarsene per sfuggire a una vita di tortura e di oscurità, sono lanciate, rinfacciate non ai parlamentari, a quei deputati e senatori che su una così delicata e terribile questione non hanno saputo scegliere, esitano (e speriamo riflettano) ancora. In altri tempi abbiamo inteso aggredire questa o quella parte politica per leggi fatte o non fatte. Oggi si aggredisce l’Istituzione. E l’istituzione simbolo della libertà del popolo. L’“antipolitica”, come abbiamo sempre sostenuto, ha e ha sempre avuto nei Parlamenti i suoi bersagli.

Ma oggi, dopo le catastrofiche esperienze totalitarie, l’antiparlamentarismo è un fantasma che evoca quegli anni e quelle vicende. Non è esagerato ciò che dico. Questo, che potrebbe sembrare uno scivolone di direttori di giornali di fronte a un episodio tanto commovente e carico di angosciose implicazioni è, invece, un’altra manifestazione di un oramai continuo attacco alle istituzioni parlamentari. E alla nostra libertà. Dai al Parlamento! E si scatena l’imbecillità del cosiddetto populismo. Matteo Renzi aveva varato una “riforma costituzionale” tale da marginalizzare, subordinare, ridicolizzare il Parlamento (non solo il Senato).

Il mondo politico, i giornali e, di conseguenza, tanta gente, vengono quotidianamente aizzati contro le istituzioni parlamentari. Del Parlamento, del sistema per eleggerlo si richiede che corrisponda alla “governabilità” che, poi, sarebbe l’obbedienza ai Governi. I parlamentari sono presentati al pubblico come “mangiapane a tradimento”. I peggiori parlamentari che abbia avuto l’Italia si esibiscono in una richiesta di “togliere i vitalizi” (ne scriverò nei prossimi giorni) agli ex deputati e senatori. Però nessuno si preoccupa di esigere che le leggi, prime fra tutte quelle elettorali, siano tali da dare il miglior rilievo alla qualità delle persone da eleggere (la questione delle preferenze!).

Certo, in una questione che coinvolge e sconvolge le coscienze, come l’eutanasia, in cui, poi, un po’ tutti ammettono che non si può decidere, orientarsi, votare secondo “ordini di partito”, occorrerebbero altri parlamentari, altre menti, altri spiriti che quelli dei deputati e senatori che i pentastellati rappresentano ad immagine di se stessi. E allora studiamo come ottenerne di migliori!

Attenzione amici! Questo giocare col dileggio dei comici e degli imbecilli contro il Parlamento è pericoloso. Anzi, è il segno di una catastrofe che investe la democrazia già in atto. Non scherziamo col fuoco.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:46