Ddl sulle “fake news”,   la lettera alla Gambaro

“Ill.ma senatrice Adele Gambaro, io e alcuni colleghi abbiamo letto con interesse il Disegno di legge (iscritto al n. 2688 del Senato della Repubblica) di cui lei è prima firmataria. Non le nascondo che raramente ho avuto occasione di provare, ad un tempo e tutte insieme, sensazioni di sconcerto, sorpresa e sgomento. Intanto (ora le parlo del mio sconcerto), come ha immediatamente notato un collega, lei ha commesso un errore tecnico inescusabile: ha punito una fattispecie delittuosa con la pena dell’ammenda. Una di quelle cose che determinerebbero la bocciatura senza appello di uno studente del secondo anno della facoltà di giurisprudenza. In secondo luogo - questa è la sorpresa - mi chiedo quale ragione (di politica criminale, s’intende) l’abbia indotta a fissare la pena massima per i delitti di cui agli articoli 265 bis e 265 ter in 24 anni di reclusione (associata, ovviamente, all’ammenda che l’ordinamento prevede per le contravvenzioni). Vuole trascinare i reprobi in Corte d’Assise, come prevede l’articolo 5 del Codice di procedura penale vigente? Infine (siamo allo sgomento), la prego di spiegare che cosa intende lei per notizie “tendenziose”, e di quali parametri intenda avvalersi per dare giustificazione a tale concetto, rassicurandomi sul fatto che lei è ben lontana dal prendere ad esempio modelli repressivi del dissenso, oltre che della satira e dell’ironia. Sono certo che lei saprà rispondere alle mie perplessità, consolidando la mia fiducia vacillante nella competenza di alcuni tra i nostri rappresentanti in Parlamento”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:43