L’Ue chiude la rotta libica verso l’Italia

Game over. Il gioco dell’“Accogliamoli tutti” sta per finire: parola di Donald Tusk. Il presidente del Consiglio europeo, nel corso dell’incontro con il premier libico Fayez al-Sarraj, ha annunciato che l’Unione europea interverrà per sbarrare la strada agli immigrati irregolari. “L’Ue ha dimostrato di essere capace di chiudere le rotte di migrazioni irregolari, come ha fatto nella rotta del mediterraneo orientale... possiamo riuscirci. Quello che serve è la piena determinazione a farlo”. Con queste parole l’esponente europeo ha scaraventato un macigno sulle speranze dei buonisti di casa nostra di poter prolungare a oltranza il flusso di arrivi di clandestini sulle nostre coste. Visto che il Governo italiano non ha potuto, o voluto, fare nulla per fermare l’invasione sarà Bruxelles a farsi carico della soluzione del problema.

Tusk ha parlato a lungo con il Premier Paolo Gentiloni ed è probabile che dal vertice di Malta escano soluzioni più efficaci rispetto al passato. Ma sia chiaro a tutti che ci si muove sul crinale di pensiero dell’Unione, che è l’esatto opposto della filosofia che ha guidato finora l’Italia in tema d’immigrazione. La soluzione alla turca, che è la medesima praticata dal Governo Berlusconi con l’amico Gheddafi e sancita dal Trattato di Amicizia, Pace e Cooperazione italo-libico firmato a Bengasi il 30 agosto 2008, potrebbe funzionare: denaro in cambio di contrasto in loco alle attività illecite dei trafficanti di esseri umani. Non ci vuole un mago per comprendere che questa è la via d’uscita più valida e d’immediata attuazione contro l’aggravarsi della situazione degli sbarchi incontrollati. Il problema è di volontà politica: se c’è vanno a farsi friggere tutte quelle strampalate teorie sull’ineluttabilità delle migrazioni umane e sull’impossibilità di arrestarle perché “scritte dalla Storia, nella Storia”.

Se l’Ue riesce a chiudere il rubinetto libico, l’Italia comincerà a riprendere fiato dopo che per quattro anni abbondanti ha subito passivamente il combinato disposto tra gli ordini impartiti dal Vaticano di aprire le porte a tutti, la soddisfazione dei multiculturalisti di vedere realizzato il paradiso in terra della società senza frontiere e la gioia famelica di coloro per i quali l’accoglienza ha assunto le forme seducenti di un inesauribile fiume di denaro.

Sulla Ue che non ci ha ascoltato e che ci-ha-lasciato-soli si è molto discettato, anche dicendo idiozie, falsità e frasi a sproposito, ma ora la verità sta venendo a galla e il Governo italiano potrà fare molto poco per confondere le acque: l’Europa non è e non sarà mai un luogo di porte spalancate a chiunque. Non c’è buonismo che tenga: entra solo chi è autorizzato e gli è concesso di restare a patto che rispetti le leggi e le tradizioni dei luoghi che lo ospitano. L’Italia o si adegua o è verrà isolata nel contesto comunitario: i blocchi alle frontiere del Brennero e di Ventimiglia se non sono un warning in piena regola al nostro operato ci somigliano parecchio. Ora bisognerà attendere per vedere come verrà implementata la nuova fase d’intervento della Ue e, soprattutto, quanto sostegno alla linea indicata verrà assicurato dal Governo di Roma. Tuttavia, il memorandum firmato dal primo ministro Gentiloni con il premier libico, ieri l’altro, è un segnale importante di riallineamento europeo della posizione italiana. È pur vero che a Palazzo Chigi e al Viminale siedono oggi due personaggi di ben altra sobrietà istituzionale rispetto al duo Renzi-Alfano, per cui è prevedibile che al nostro Paese verranno risparmiate quelle scenette comiche da “Giggi er bullo” di renziana memoria. Resta tuttavia lo sgradevole retrogusto di un’amara verità che fingiamo d’ignorare ma che si presenta puntuale nei momenti topici della nostra storia recente: sul piano internazionale, come Paese, da quando c’è la sinistra al potere siamo meno autonomi che in passato. C’è poco da fare: siamo costretti a prendere ordini, visto che da soli non ce la sappiamo cavare. Lo sappiamo noi e lo sanno gli altri che ne approfittano.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:46