“Roam like at home”

Addio roaming. Dal prossimo giugno, gli operatori telefonici non potranno più addebitare ai consumatori europei i costi aggiuntivi che fino a oggi siamo stati costretti a pagare se usavamo i dispositivi mobili in paesi diversi dal nostro. Un accordo raggiunto l’altra notte tra Commissione, Parlamento e Consiglio Ue, che farà scendere il prezzo all’ingrosso da 50 euro a 7,7 per Gigabyte.

“Era l’ultimo pezzo del puzzle - ha dichiarato il commissario al digitale, Andrus Ansip - dal 15 giugno, gli europei potranno viaggiare nella Ue senza tariffe roaming e gli operatori potranno continuare a competere per fornire le offerte più attraenti per i loro mercati nazionali”.

La lotta ai costi esagerati imposti “fuori casa”, iniziata nel 2007 con il lento ribasso dei prezzi, ha raggiunto quindi il suo obiettivo. A precedere il testo approvato, una bozza di regolamento presentata lo scorso settembre e immediatamente ritirata sotto richiesta del presidente Jean-Claude Juncker, contrario alla limitazione temporale proposta, secondo cui non doveva essere imposta nessuna tariffa aggiuntiva per i primi 90 giorni dell’anno trascorsi fuori dal proprio Paese.

Il ribasso ottenuto dall’ok delle istituzioni continuerà per i prossimi cinque anni. Sei euro sarà il prezzo per Gigabyte da pagare dal primo gennaio del 2018, 4,5 dal primo giorno dell’anno successivo, fino ad arrivare alla tanto ambita cifra di 2,5 euro a Gigabyte dall’inizio del 2022.

Un vero successo rispetto all’iniziale tetto di 8,5 euro/GB proposto dalla Commissione, che si ripercuoterà anche sui costi delle chiamate e dei messaggi. La tariffa massima delle telefonate scenderà dagli attuali 5 centesimi a 3,2 centesimi al minuto, mentre il prezzo degli sms sarà dimezzato e ammonterà quindi a un centesimo a messaggio.

“I nuovi limiti devono essere sufficientemente bassi per permettere agli operatori di offrire roaming gratuitamente ai loro clienti senza aumentare i prezzi interni e nello stesso tempo i limiti devono essere sufficientemente alti per permettere agli operatori nei Paesi ospitanti di recuperare i costi senza aumentare i prezzi interni al dettaglio”, precisa una nota del Consiglio Ue.

Inoltre, come si legge in un comunicato dell’istituzione europea, i tetti devono essere tali da poter consentire la continua manutenzione e il continuo aggiornamento delle Reti. L’ultima parola spetta ora all’Europarlamento che, insieme al Consiglio, dovrà formalmente approvare l’accordo raggiunto tra le tre istituzioni dell’Unione europea.

Aggiornato il 07 aprile 2017 alle ore 18:04