L’anno giudiziario e la guerra delle toghe

Che il Paese più bello del mondo sia stato degradato a tal punto da occupare l’ultimo gradino della scala europea è un fatto non solo accertato, ma certificato dalla Troika. Basta vedere il ministro dei Trasporti della Germania, che si permette di diffidare l’azienda automobilistica italiana (o quel che è rimasto a seguito della fusione nella Fca) a ritirare dal mercato le auto che sarebbero dannose per gli esseri umani a causa dei gas nocivi sprigionati e ciò con il chiaro scopo di proteggere l’industria automobilistica tedesca, condannata a pagare miliardi di dollari per aver violato precise norme a tutela dell’ambiente.

La reazione questa volta c’è stata da parte del Governo, ma Angela Merkel, assistita dal presidente della Commissione europea, ha insistito minacciando gravi provvedimenti di natura economica e finanziaria in danno dell’Italia, responsabile della incontrollata immigrazione. Per fortuna del nostro Paese sta per insediarsi alla Casa Bianca il neo eletto presidente Donald Trump che, contrariamente all’inetto Barack Obama che continua a mantenere un atteggiamento ostile alla Russia di Vladimir Putin, non solo promette dialogo con il Paese da tanto tempo non più ostile, ma pone in evidenza gli errori gravissimi commessi dalla cancelliera tedesca e dall’alleata Francia del fallimentare Hollande in tema di immigrazione, nonché le ingiustificate sanzioni nei confronti della Russia rea di avere assecondato il desiderio di chi abita in Crimea di rimanere dentro la Federazione Russa, a dispetto dell’Ucraina che ne rivendica la territorialità, appoggiata dall’Unione europea dominata dalla Troika.

Ma veniamo a noi, poveri italiani. Apprendiamo dai telegiornali che il cosiddetto sindacato dei giudici (Associazione nazionale magistrati – Anm) non parteciperà alla cerimonia d’inaugurazione (26 gennaio) dell’anno giudiziario (che da sempre viene istituzionalmente celebrata al “Palazzaccio” di piazza Cavour a Roma, sede della Corte di Cassazione), per protestare contro il Governo che non consente ai magistrati di prorogare l’età pensionabile fino al settantaduesimo anno. Io che ero figlio di un magistrato che ha svolto la sua alta funzione negli anni precedenti il funesto 1973, anno nel quale entrò in vigore la famigerata Legge Breganze che riformò l’Ordinamento giudiziario privilegiando il trascorrere del tempo al merito professionale quale criterio utile per la progressione in carriera dei magistrati, non posso che indignarmi frequentando ancora le aule di giustizia. Quando fu varata nell’ormai lontano 1946 la Costituzione, ci si preoccupò innanzitutto di stabilire attraverso il Consiglio Superiore della Magistratura, presieduto dal capo dello Stato, i criteri in forza dei quali il magistrato poteva ambire al progresso in carriera. Tra i pochi criteri previsti spiccava per importanza il merito nella sua più ampia ma rigida interpretazione, rivolta alla preparazione giuridica esplicitata attraverso i provvedimenti, fossero sentenze, ordinanze o decreti ed alla diligenza con la quale veniva svolta la delicata funzione.

Non esisteva un vero e proprio sindacato delle toghe in quanto vi era una unica espressione, quella di Magistratura Indipendente, con il chiaro riferimento alla autonomia ed indipendenza della Magistratura. Dal 1973 in poi nacquero le correnti sempre più intrise di politica, tanto che nella vecchia Magistratura Indipendente venivano catalogati i magistrati di destra, in Magistratura Democratica quelli di sinistra, quelli di centro in Unità per la Costituzione (Unicost). L’impronta politica ha quindi condizionato la carriera dei magistrati in quanto il Csm, composto da personaggi indicati dalle correnti, non ha più assicurato il merito.

Dunque la annunciata non partecipazione della Anm all’inaugurazione dell’anno giudiziario rappresenta un vulnus alle istituzioni, prima fra tutte la Costituzione della Repubblica Italiana che prevede l’esistenza del Csm, il quale non è più in grado di svolgere la sua importantissima funzione di controllo in quanto condizionato dalla politica. Se siamo ridotti così male forse l’offensiva iniziativa della Merkel che parla dell’Italia nel modo in cui parla ha una qualche giustificazione. Per quel che mi riguarda non ha alcuna giustificazione, ma noi italiani dovremmo assumere una qualche iniziativa importante per ricordare a tutti che nel nostro territorio è nata la civiltà tutta, anche quella giuridica - checché ne possa pensare l’Anm - dalla quale il mondo intero ha appreso la lezione!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:43