Un Grillo solo al comando

Non ho in gran simpatia Maurizio Crozza, ritenendolo troppo schierato su posizioni ideologiche radical chic, tuttavia di alcuni “personaggetti” della nostra politica riesce a cogliere l’intima essenza psicologica. In particolare, in merito al suo collega comico Beppe Grillo, autore dell’ennesima giravolta con la clamorosa decisione di aderire al gruppo liberal-europeista del Parlamento comunitario, è stato particolarmente efficace nel tratteggiarne l’ondivago e capriccioso atteggiamento con cui gestisce in modo chiaramente autocratico il suo non-partito a Cinque Stelle.

Di fatto con l’abituale, quanto fulmineo cambiamento di linea deciso senza alcun dibattito interno, ratificato con la farsa del voto on-line, si rafforza ulteriormente nel Movimento 5 Stelle la figura di un Grillo solo al comando. Tant’è che chiunque non si adegui ai desiderata dei veri padroni del movimento viene automaticamente escluso, così come dimostra il recente caso del sindaco più presentabile eletto tra i grillini, il parmense Federico Pizzarotti. E sotto questo profilo mi risulta esilarante la dichiarazione dell’ eurodeputato Marco Affronte, evidentemente sconcertato dalla folgorazione sulla via di Bruxelles del suo capo: “La decisione presa oggi è stata presa all’oscuro di tutti gli eurodeputati. Detto questo, per noi un gruppo vale l’altro, finché manteniamo la nostra autonomia di voto”. In realtà, l’unica autonomia che a codesti miracolati della politica è consentita è quella di ritirare a fine mese stipendi che in vita loro non si sono mai neppure sognati. Per il resto la logica padronale con cui è nato e, probabilmente, morirà il M5S impedirà sempre di oltrepassare gli angusti confini virtuali imposti dal blog autoreferenziale di Beppe Grillo.

Che si mettano dunque l’animo in pace i vari Di Maio, Di Battista e compagnia cantante. Il loro non-partito continuerà ad essere gestito da un garante omonimo del marchese interpretato dal grande Alberto Sordi in un film di Mario Monicelli. Un marchese del Grillo che, rivolgendosi ad alcuni popolani, esprime questa celebre battuta: “Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un cazzo!”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:45