Marra parla, guai per la Raggi

“E vase nun fernesce”. Per Virginia Raggi il noto adagio delle commedie di Eduardo Scarpetta sembra inverarsi. Non solo perché cinicamente la Casaleggio Associati sembra avere deciso di utilizzarla come presunta Giovanna d’Arco nel caso dovesse cadere colpita dalle inchieste della Procura di Roma. Ma anche perché, a quanto dice “Il Messaggero”, il suo ex protetto Raffaele Marra, poi derubricato a “uno dei 23mila dipendenti del Comune di Roma Capitale”, sta parlando.

E ha anche chiesto di togliere gli omissis dalle chiacchierate via whatsapp della chat “Quattro amici al bar”, in cui proprio lei, Marra, Frongia e Salvatore Romeo, si divertivano a dirne di tutti i colori su tutto e tutti. E allora si potrebbe aprire anche un fronte interno oltre a quello giudiziario, come assicurano i bene informati. Perché in quelle chiacchiere che dovevano rimanere segrete e che presto mezza Italia leggerà sui giornali sarebbero contenuti anche giudizi poco lusinghieri su Beppe Grillo, il suo entourage e la Casaleggio e Associati. Quest’ultima, come scriveva l’altro giorno “La Stampa”, starebbe per varare l’operazione “Giovanna d’Arco”. Ossia il tentativo di far passare la Raggi come una vittima dei media. Operazione azzardata visto che nella memoria difensiva della sindaca, contro chi aveva fatto ricorso contro di lei e il contratto con penale stipulato con la Casaleggio e Associati per palese incostituzionalità dello stesso, si dice che quel contratto è “nullo”. Ossia la sindaca per difendersi da chi la vuole far decadere per avere firmato un contratto incostituzionale prima di accettare il mandato a sindaco fa scrivere ai suoi legali che quel contratto è nullo. L’ha firmato tanto per fare una cosa.

Ma non è tutto: i cittadini a Cinque Stelle stanno da giorni sfidando le ire del sacro web. L’ultima gaffe è il plagio della campagna pubblicitaria sui monumenti che parlano. Spiaccicata sul di dietro di tutti gli autobus di Roma. E copiata di sana pianta, titolo compreso, da un’idea di un blogger, Stefano Guerrera, che aveva già creato tre anni orsono la cosa con tanto di pagina Facebook e interviste lusinghiere da parte di testate come Rainews24. Subito sputtanati dalla Rete, i grillini come al solito si difendono gridando al “gomblotto”.

Ma per coloro che vorrebbero i tribunali del popolo contro i giornali e la tivù e la libertà di diffondere notizie false come quelle sui vaccini (con i risultati che stiamo sperimentando in tema di meningite e dintorni) e calunnie contro i propri nemici, l’ora del “redde rationem” potrebbe essere più vicina di quanto si pensi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:44