M5S a Roma sull’orlo  di una crisi di nervi

Un dopo-Marra a Roma per la giunta grillina di Virginia Raggi sembra non poter esistere.

E “L’Espresso”, con un bell’articolo natalizio firmato da Emiliano Fittipaldi è partito decisamente all’attacco. Tra le righe preconizzando, e forse auspicando, l’ennesimo commissariamento del Comune della Capitale d’Italia. Che, da quando una legge ha voluto trasformare il suo logo in “Roma Capitale”, sembra destinato a una iattura dietro l’altra.

L’attacco stavolta è personalizzato su Virginia Raggi e sulla vittoria, peraltro notoriamente contestatissima, delle famigerate “comunarie”. Come a dire: “Ma questa da dove viene?”. E si rammenta la genesi di un dossier poi rivelatosi falso contro il suo concorrente Marcello De Vito, già capogruppo in Campidoglio all’epoca della giunta comunale di Ignazio Marino, ingiustamente accusato di un interesse privato. E tarpato così nel rush finale del voto on-line gestito dalla Casaleggio Associati.

Fittipaldi scrive che “alle comunarie organizzate dalla Casaleggio Associati per scegliere il candidato sindaco per il Movimento, l’uomo da battere è infatti Marcello De Vito, che ha fatto il capogruppo dei grillini in Consiglio comunale per due anni”. E prosegue così: “Tra fine 2015 e inizio 2016, però, il vento cambia improvvisamente direzione, girando a poppa della barca su cui sono saliti i “quattro amici al bar”, come si autodefiniscono Marra, Romeo, Frongia e Virginia in un gruppo privato su WhatsApp. Non grazie a un colpo di fortuna. Ma perché Raggi e Frongia vengono in possesso di un dossier fasullo contro De Vito che di fatto ne affosserà la candidatura”. Insomma, ora che si è constatata la sua nullità assoluta, la Raggi torna ad essere “la figlia della colpa primordiale”, che poi è quella di avere fatto (e nascosto) la pratica legale nell’ex studio di Cesare Previti e di essere appartenuta all’entourage dell’ex sindaco Gianni Alemanno.

Fittipaldi, però, nel lungo articolo dell’edizione natalizia del settimanale “L’Espresso” tuttora in edicola e intitolato “Chi ha paura di Raffaele Marra”, non si limita all’attacco politico alla giunta Raggi e ai suoi ex fidatissimi consiglieri, bensì mette nero su bianco altri risvolti inquietanti dell’inchiesta a carico di Raffaele Marra e dei suoi fratelli con strane diramazioni a Malta e con accuse neanche tanto velate di riciclaggio di soldi.

“Rebus sic stantibus”, non ci vuole un aruspice per capire che, se continua con questo andazzo, a staccare la spina alla giunta della Raggi prima di un eventuale commissario governativo che molti cominciano, anche tra i cittadini, a chiedere a gran voce, possa essere lo stesso Beppe Grillo. Perché effettivamente, e forse avevano ragione le parole involontariamente profetiche di Paola Taverna, sembra veramente che “la vittoria dei Cinque Stelle a Roma” possa essere stata “un complotto per farli perdere”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:54