Si chiude l’anno delle balle spaziali

Secondo un’antica tradizione, oramai quasi del tutto caduta in disuso, il Capodanno viene propiziato dal gesto molto simbolico di buttare dalla finestra oggetti vecchi.

Ebbene, osservando l’anno che si chiude dal punto di vista della nostra politica da operetta, verrebbe voglia di fare la stessa cosa con gran parte di ciò che il 2016 ha espresso. Un’annata dominata come non mai dalle balle spaziali e da un campionario di proposte politico-programmatiche molto lontane dalla realtà. Tra la linea dell’autoinganno collettivo perseguita fino all’ultimo istante dall’ex Premier Matteo Renzi, al guazzabuglio di deliranti misure prospettate dall’opposizione a Cinque Stelle, fino al sovranismo autarchico della destra lepenista, il dibattito politico ha toccato livelli di cialtroneria che non si erano mai raggiunti prima. Ciò non ha certamente aiutato un popolo di per sé tendente alla facile credulità a formarsi una corretta opinione sui veri problemi, quasi tutti di natura endogena, che attanagliano il Paese.

E nell’improbo tentativo di riportare sulla Terra una collettività sempre più propensa a vedere asini volanti è apparso molto scarso il contributo della stampa autoctona, sempre molto appiattita su posizioni di parte e incline da sempre a rincorrere i falsi miti del momento. L’Italia avrebbe invece bisogno di una informazione rigorosa che sappia pungolare le cosiddette classi dirigenti proprio dal lato della concretezza, mettendo a nudo i cantastorie di tutti i colori e le tendenze politiche.

Da questo punto di vista mi auguro che il 2017 sia un anno di svolta, soprattutto dopo i vaneggiamenti e le ubriacature del 2016. Una svolta che potremmo definire della ragionevolezza responsabile, in contrasto con le catastrofiche balle spaziali che hanno fin qui dominato le prospettive di una democrazia che sembra faticare non poco ad uscire dall’età dell’adolescenza.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:03