“Noi con Salvini” sbarca su Internet

mercoledì 26 ottobre 2016


In questi giorni il Movimento “Noi con Salvini” del Lazio ha presentato il suo sito web. Ne parliamo con il responsabile, Tristano Quaglia, il quale è stato anche candidato del movimento al Comune di Roma.

Quali caratteristiche e cosa si pone come obiettivo la realizzazione del sito web?

Il sito, raggiungibile all’indirizzo www.noiconsalvinilazio.org, si pone diversi obiettivi. Il primo, visti i pochi spazi di comunicazione lasciati liberi dal presidente del Consiglio e dalla sua armata di occupanti, è di diventare una sorta di megafono per diffondere le nostre proposte e farle arrivare alle persone; il secondo è che, visto l’organigramma ormai definitivo dei coordinatori incaricati dal coordinatore regionale, il senatore Gian Marco Centinaio, si è rilevata la necessità di avere uno strumento di lavoro comune sul quale condividere le esperienze e le iniziative di quella che è la base del movimento sul territorio; il terzo, che è sicuramente il più importante, è quello di creare uno spazio di contatto costante con gli elettori e con i cittadini al fine di accorciare le distanze e di avere un dialogo con una tempistica molto più ridotta.

Come ha risposto l’elettorato romano alla vostra proposta politica?

Io credo che, nonostante il 2,7 per cento uscito dalle urne a Roma, che peraltro ho validi motivi per considerarlo né reale né attendibile, ci sia grande attenzione e grande interesse nei confronti di un movimento che ha la legittima pretesa di voler rappresentare le istanze del popolo e, di conseguenza, di avanzare proposte che favoriscano la normalizzazione di un Paese rimasto per troppo tempo ostaggio di lobbies finanziarie pilotate dai tecnoburocrati di Bruxelles. Noi siamo con la gente, con gli agricoltori, con i piccoli commercianti, con gli artigiani, con i lavoratori e con quelli che rivendicano il sacrosanto diritto di essere padroni a casa propria. E questo vale a Roma come in tutto il resto della Penisola.

Il centrodestra si è presentato diviso all’elettorato romano, favorendo la sinistra e in ultima analisi il Movimento 5 Stelle. Cosa ne pensa?

I motivi della divisione in occasione della tornata amministrativa romana secondo me andrebbero ricercati in una mancanza di dialogo costruttivo, che ha impedito di creare le condizioni indispensabili per lavorare insieme in maniera proficua. Probabilmente i Cinque Stelle avrebbero vinto comunque ma, di sicuro, avremmo portato una squadra decisamente più consistente in Campidoglio e avremmo avuto maggiori strumenti per fare opposizione. L’errore, se di errore si è trattato, è stato fatto. Ora voltiamo pagina e guardiamo avanti.

Stefano Parisi è stato il candidato sindaco unitario del centrodestra a Milano e ha ottenuto un’ottima performance con un consenso attivo della Lega Nord. È pensabile una riproposizione di questo tipo a livello nazionale?

È evidente che la Lega ha Milano si è impegnata senza se e senza ma per sostenere la candidatura di Parisi a sindaco ed è altrettanto evidente che il risultato non ha premiato gli sforzi fatti. Riproporre lo stesso progetto a livello nazionale è prerogativa ed argomento di discussione e di decisione a livello dei vertici del partito. La Lega e Noi con Salvini abbiamo ben chiaro il programma di governo da attuare. Matteo Salvini in questo è stato molto chiaro nel dire che è pronto al dialogo nel confrontare le nostre proposte con quelle degli alleati, al fine di avere una proposta unica di governo. Noi proponiamo proposte che vanno nella direzione della flat tax, della cancellazione della sciagurata Legge Fornero, del respingimento dei clandestini, dell’uscita concordata dalla moneta unica, del recupero della sovranità nazionale e del controllo di confini e moneta, della creazione di un’Europa dei Popoli e dello smarcamento dall’abbraccio mortale con la Merkel e con gli euro-poteri finanziari, della cancellazione delle sanzioni alla Russia e del ripristino degli scambi commerciali. Certamente un programma comune di governo dovrà contenere parti fondamentali delle nostre proposte, così come noi dovremmo far proprie le proposte dei nostri alleati cercando per l’oggi ciò che unisce. Oggi siamo tutti impegnati ed uniti nel far vincere il No al referendum costituzionale, perché è una pessima e falsa riforma che insieme all’Italicum determina un combinato disposto per creare un’oligarchia spacciata per democrazia. Quello di Renzi è un governo bugiardo, che predica bene e razzola male.

La Lega viene accusata di essere un movimento populista e Parisi parla di un movimento liberale e popolare.

Sinceramente essere definito populista mi fa piacere in quanto noi abbiamo il dovere morale di interpretare i disagi del popolo e di far sì che si creino le condizioni necessarie per superarli. Noi non crediamo nei fenomeni da baraccone che propongono una miriade di leggi dal titolo bellissimo ed accattivante ma che poi, nella sostanza, si rivelano essere tutt’altro. Noi abbiamo l’obiettivo di fare cose semplici che servano a rendere l’Italia un Paese normale, che diano un futuro ai nostri figli e che non li costringano ad andare in cerca di fortuna altrove. Dobbiamo smetterla di esportare cervelli italiani e importare clandestini in maniera del tutto incontrollata. Vogliamo che ogni “popolo” che compone la nostra bella nazione, da nord a sud, possa vivere in maniera serena nella sua terra di origine secondo le proprie tradizioni ed i propri costumi. Io credo che gli italiani stiano comprendendo che la nostra è una proposta seria.


di Roberto Giuliano