Renzi, paguro politico

Il paguro è un crostaceo che va ad occupare le conchiglie vuote di alcuni molluschi. Quando le sue dimensioni non gli consentono più di vivere nella “casa” occupata, esso se ne va a cercare una più grande.

Ecco, osservando il modus operandi di Matteo Renzi, direi che ci troviamo di fronte ad un perfetto esempio di paguro politico. Un personaggio frutto dei nostri confusi tempi, il quale per accrescere il proprio consenso non fa altro che assumere di volta in volta le posizioni più demagogiche e populiste degli avversari di turno. E così una volta si installa nella “conchiglia” programmatica dei grillini, promuovendo fantomatiche riduzioni dei costi della politica - tra queste la finta abolizione delle Province e la a dir poco fumosa riforma del Senato - un’altra volta va invece ad occupare quella di una certa destra, abituata ad abbaiare alla luna, mettendo al centro della propria azione di Governo una fantomatica soppressione dell’odiata Equitalia. Soppressione che, per esemplificare il concetto con un fatto storicamente accertato, sembra paragonabile all’azione di alcuni burocrati sovietici i quali, su ordine di Stalin, imponevano alle botteghe sprovviste di tutto di esporre nelle vetrine enormi formaggi olandesi di legno dipinti nel classico colore rosso. È più che ovvio che, contrariamente a ciò che viene ancora raccontato dai grillini e da una parte della destra italiana, Equitalia ha rappresentato solo lo strumento di un feroce sistema fiscale il quale, data la voracità di uno Stato sprecone, è costretto ad utilizzare metodi estorsivi e vessatori. Ma tant’è. Di fronte alla insensata propaganda di avversari i quali, secondo un noto detto cinese, continuano a guardare il dito che indica la luna, il Machiavello di Rignano sull’Arno li accontenta con un puro e semplice gioco di prestigio: cambiare nome all’ente pubblico delle riscossioni.

Tutto questo però, al netto del condono mascherato delle vecchie cartelle esattoriali, non modificherà di una virgola un insopportabile prelievo tributario allargato che serve a sostenere una politica che si compra il consenso a colpi di spesa pubblica. Ma il paguro toscano potrà comunque occupare, in funzione referendum costituzionale, la conchiglia politica di chi per anni e anni ha sparato a zero contro una sigla, evitando accuratamente di spiegare al popolo la vera radice del problema. Ogni sistema politico ha il paguro che si merita.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 16:20