Dov’è la democrazia?

Democrazia, sistema del quale, dopo la caduta del Fascismo in Italia e del regime nazista tedesco, non si fa che tessere le lodi in nome di una libertà riconquistata per opera di tanti soggetti dei quali non è proprio il caso di ricordare i nomi al solo fine di non denigrare coloro che in nome della ideologia liberale hanno sempre amato e difeso il Paese più importante del mondo per tradizione storica e culturale, ormai è diventata una espressione ricca di significato ma povera sotto il profilo dell’uso ad opera di coloro che ipocritamente se ne fanno vanto, vessando il popolo italiano come mai è avvenuto nella sua lunga e gloriosa storia.

Fateci caso, nell’anno 2013, dopo due anni di dittatura burocratica esercitata dall’ispiratore capo dello Stato, Giorgio Napolitano, con il Governo Monti il popolo italiano è stato chiamato alle urne per eleggere i propri rappresentanti con una legge elettorale che da lì a qualche tempo sarebbe stata dichiarata incostituzionale dalla Corte. All’esito di quel voto il Parlamento dei nominati ha fatto nascere il primo governo di coalizione favorito anche dal centrodestra guidato da Silvio Berlusconi che nel frattempo aveva stipulato con il segretario del Pd, Matteo Renzi, il famoso Patto del Nazareno con l’obiettivo di dare vita ad una riforma della Costituzione che tenesse conto dei cambiamenti intervenuti nell’arco di sessant’anni e mirata ad eliminare il cosiddetto bicameralismo perfetto, dando vita ad una nuova legge elettorale adatta allo scopo. Il Patto del Nazareno non ha avuto successo a causa dello strapotere renziano, che ha eliminato dal dialogo Berlusconi e quel che è rimasto del centrodestra.

Pertanto dal 2011 l’espressione democrazia è rimasta una espressione vuota, se il Parlamento è stato eletto con un sistema di voto bocciato dalla Consulta e se sono nati Governi presieduti dal signor Monti e dal signor Renzi, scelti da un capo dello Stato senza che il popolo li abbia mai eletti a propri rappresentanti. La gran parte dei giuristi e commentatori, chiaramente schierati non fosse altro che per inconsapevole convenienza, parlano sempre di democrazia sospesa, non avendo né la volontà né tantomeno l’interesse di definire il fenomeno nell’unico modo possibile: “assenza di democrazia”.

Ma il fenomeno accettato ovviamente dai cosiddetti poteri forti consente addirittura al Governo di creare fondi salva banche, stabilendo sotto varie forme la validità del prelievo forzoso da parte dello Stato di somme di denaro dai conti correnti degli italiani, danneggiati in modo vergognoso dal sistema bancario stesso, al fine di incrementare il fondo. Una notizia sconcertante in un momento storico in cui quattro milioni di italiani sono in condizioni di povertà, numero che sarà presto incrementato dal ceto medio, fino a non tanto tempo fa considerato fonte di ricchezza per l’Italia. Mi auguro che la preannunciata iniziativa non abbia seguito, perché altrimenti si preannunciano guai seri per tutti, non essendo più il popolo italiano disposto a subire un tale sopruso. Intanto invito tutti i correntisti a controllare quasi giornalmente il loro rapporto con le banche al fine di denunciare sicuri soprusi.

Nella mia qualità di Curatore di un fallimento (Finabo Spa) - che nel 2010 fece scalpore per un buco di trecento milioni di euro, senza che la Banca d’Italia avesse esercitato alcun controllo sulla corretta applicazione della Legge 106 - dopo sei anni ho verificato che, sul deposito giudiziario acceso presso Unicredit di 2.700 euro e mai movimentato, erano rimasti 2.200 euro per presunti costi e commissioni. Denunciato il fatto, l’istituto ha restituito il maltolto. Quanti di noi versano i propri risparmi presso le banche con la speranza di avere un qualche minimo rendimento e scoprono viceversa non solo di aver perso la speranza del minimo rendimento, ma di essere debitori della stessa.

L’economista americano Edward Luttwak qualifica l’Italia come un “Paese fuorilegge” per il fatto di non aver saputo affrontare e risolvere l’altrettanto gravissimo problema dei migranti clandestini. Io lo definisco Paese fuorilegge per una ragione molto più grave, quella riguardante la democrazia, concetto del quale i mestieranti della politica ed i poteri forti si riempiono la bocca pur essendo consapevoli che vige una dittatura pericolosissima; quella proprio dei poteri forti che con l’uso sfrenato e mirato della burocrazia sta lentamente affamando il popolo italiano in favore delle tante caste che dominano la scena!

 

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:27