Davvero de Magistris ha motivo di esultare?

Sono ben 500mila gli elettori milanesi che non hanno voluto recarsi alle urne ed hanno incrementato l’astensionismo, e sono anche 500mila gli elettori napoletani che hanno fatto la stessa scelta. Ma le due astensioni sono fortemente diverse. A Milano l’astensione è quella normale che, punto più punto meno, si allinea alla percentuale nazionale che, comunque, registra che oltre il 50 per cento degli iscritti alle liste elettorali è andato a votare permettendo, non solo, di dire che il sindaco sia stato scelto dalla maggioranza degli aventi diritto al voto, ma ne legittima politicamente l’elezione.

La stessa cosa non può essere detta per l’elezione di Luigi de Magistris perché quei 500mila cittadini napoletani, che non hanno voluto votare, rappresentano la stragrande maggioranza di quegli elettori, lasciando a Napoli di poter vestire la maglia nera della più bassa affluenza attestandosi, in questa tornata, al 37,88 per cento che, depurato dalle schede bianche e da quelle nulle, scende ulteriormente al 35,96 per cento. Il sindaco, quindi, dell’ex Capitale del Regno delle Due Sicilie è stato scelto da poco più di un terzo dei cittadini partenopei. Veramente una grande e splendida vittoria! Non c’è che dire, per il nostro ‘O Giggino, che strilla esaltato che “ha vinto il popolo napoletano”, che a Napoli si è scritta una pagina di storia con “l’unica, vera ed effettiva novità politica di queste elezioni” e che “Napoli diventerà una forza nazionale e internazionale”. Queste le perle più ridondanti accompagnate, col petto in fuori, dall’esaltazione della “irraggiungibile” percentuale del 66,85 per cento registrata a fine spoglio sul totale dei voti ottenuti da de Magistris e di quelli ottenuti da Gianni Lettieri che sono stati quasi uguali ai 92mila ottenuti al primo turno. Senza la presenza dei voti di Lettieri, quel 66,85 per cento formalizzato dallo scrutinio consegnato alla “storia”, si sarebbe avvicinato a poco meno del 100 per cento con magno gaudio del sindaco arancione.

I voti riversati sul nome dell’ex magistrato sono stati 185.907, che in riferimento ai 788.291 elettori che potevano votarlo, ma non lo hanno fatto, significano che solo il 23,58 per cento degli elettori napoletani lo ha scelto come primo cittadino. È una percentuale che non può certamente farlo esultare perché dimostra che, anche se una buona fetta di elettori ha disertato le urne per una scelta anti-Lettieri, la maggioranza degli astensionisti lo ha fatto perché non ha voluto votare per il sindaco uscente, una specie di messaggio di non gradimento. Ragion per cui ricordi de Magistris che, quando circolerà per le strade della sua città, solo un cittadino (anzi meno di uno) di ogni quattro che incontrerà lo ha voluto come sindaco. C’è, quindi, poco da esultare.

La vicenda, comunque, si presta ad un’altra considerazione che è quella della cecità di quanti non volendolo come sindaco gli hanno però permesso di poterlo diventare, con la semplice astensione dal voto. Costoro solo oggi, forse, capiscono quanta inutile è stata questa scelta. Il rifiuto di un candidato si combatte scegliendo il suo avversario ma questo, purtroppo, cozza con lo schieramento ideologico a prescindere. Alcuni si giustificano sostenendo che nessuno dei due meritava la fiducia degli elettori. Può essere. Ma in questi casi (tempi di “cambiamento” dice Renzi) si doveva puntare sulla novità come sindaco rifiutando “la minestra riscaldata” abbondantemente provata e senza apprezzabili risultati.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:47