Deriva autoritaria e risposta europea

sabato 23 gennaio 2016


Molto spesso, forse troppo, si sente parlare di Europa, come se si trattasse di una entità unica, organica, fatta di parti che contribuiscono al tutto. Oggi questo è in buona parte ancora il sogno di un’Europa unita, così come lo avevano immaginato i suoi padri fondatori. L’Europa permane una realtà frammentaria e assai dissimile nei tasselli che la compongono. La crisi, l’ondata migratoria, la minaccia terroristica non hanno fatto altro che determinare crescenti fratture, spingendo, in taluni casi, alla chiusura e a derive populiste ed autoritarie. Un esempio preoccupante ci è stato offerto nelle scorse settimane dalla Polonia, dove il presidente in carica, Andrej Duda, ha firmato la nuova legge sui media (approvata, tra l’altro, con tempistiche record!), che ha da subito creato grande preoccupazione a livello europeo. La legge, fortemente voluta dal partito di governo di Kaczynsky, spiana la strada ad un controllo governativo della televisione e della radio pubblica, contravvenendo agli standard dell’UE che rimarcano l’importanza dell’indipendenza dei media pubblici da interferenze, siano esse di natura economica o politica.

La nuova legge mette infatti i media pubblici sotto il controllo diretto del governo che ha potere di nomina e di rimozione dei membri di tutti gli organi di tivù e radio pubblica. Più nello specifico, con la nuova legge sono stati rimossi tutti gli organi di tv e radio pubblica, affidando al ministero del Tesoro la possibilità di nomina di manager senza alcun concorso e senza alcuna consultazione del Consiglio dell’Audiovisivo, come avvenuto finora.

La legge obbliga inoltre i media pubblici a seguire le linee ufficiali del governo, dovendo includere contenuti relativi alla storia della Polonia. In questo scenario che riecheggia fortemente di censura – in particolar modo questo ultimo punto ricorda molto gli oscuri anni di fascismo e nazismo –, la protesta a livello europeo è stata massiccia. Lo scorso 13 gennaio la Commissione si è riunita per discutere le misure da adottare per far fronte a questa spinosa situazione. E, fortunatamente, la risposta è stata decisa. La Commissione Europea ha scelto di applicare il così detto “rule of law mechanism”, che consiste in una procedura che si articola in 3 step successivi. Nel caso la Polonia non dovesse seguire le raccomandazioni della Commissione, potrebbe essere addirittura esclusa dalle procedure di votazione.

Da convinti assertori dell’importanza di tutelare ogni libertà non crediamo che una risposta “autoritaria” sia la soluzione giusta ad una “minaccia autoritaria”. Ma del resto, a mali estremi, estremi rimedi. E la libertà di espressione e il pluralismo dell’informazione sono valori che vanno tutelati erga omnes.


di Elena D’Alessandri