La replica alla nota<br/>del senatore Gasparri

A seguito della nota informativa del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri pubblicata ieri sul nostro giornale, in applicazione al diritto di replica pubblichiamo la risposta a firma della moglie di Leonida Maria Tucci (citato nella nota di Gasparri), Giulia Ruggeri. Al tempo stesso sottolineiamo che il diritto di replica non prevede il diritto di insulto sui social network (prima di inviare la nota tramite email con richiesta formale di pubblicazione al direttore Arturo Diaconale da parte della signora Ruggeri, è apparso un post sulla pagina Facebook di Leonida Maria Tucci che iniziava così: “In una velina pubblicata oggi da “L’Opinione”, uno degli organi di non informazione servi del centrodestra (tanto da essersi ben guardati dal chiamarci per consentirci di esercitare il nostro diritto di replica, come avrebbe loro imposto la deontologia professionale e la stessa esigenza di garantire il contraddittorio, il pluralismo e la completezza dell’informazione)…”. Detto questo, e posto che la replica della signora Ruggeri ha la stessa visibilità della nota a firma del senatore Gasparri, ci riserviamo di adire alle vie legali con chi si permette di insultare e calunniare il nostro giornale che da sempre ha tra i suoi capisaldi la libertà. In tutti i suoi aspetti.

L’attuale vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (An/Pdl/FI), prendendo le mosse dal suo rinvio a giudizio per peculato, e producendosi in una sorta di confessione, interviene sulla madre di tutte le cause, quella cioè sull’assassinio di Leonida Maria Tucci al Senato della Repubblica e nell’aula di (in)giustizia di primo grado del Tribunale ordinario civile di Roma (Sezione Lavoro). Ed interviene affermando, ovviamente, delle menzogne. Gasparri, infatti, sostiene che Leonida Maria Tucci era il collaboratore di alcuni senatori del Gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale al Senato. Cosa del tutto falsa.

Leonida Maria Tucci è sempre stato un dipendente del Gruppo parlamentare di An prima e del Pdl poi al Senato della Repubblica. Ha sempre lavorato come giornalista, come addetto stampa, presso l’ufficio stampa del Gruppo parlamentare di An al Senato della Repubblica. Tanto è vero che è sempre stato (sotto)pagato con stipendi da fame, usato e selvaggiamente sfruttato (prima in nero, poi con Co.Co.Co. reiterati per ben 16 volte e poi ancora in nero) dal Gruppo parlamentare di An al Senato. E non da alcuni senatori del Gruppo parlamentare di An al Senato della Repubblica.

Leonida Maria Tucci poi, siccome dopo anni e anni di precariato aveva osato rivendicare il rispetto della legge, dei suoi diritti di uomo e di lavoratore, della sua dignità umana e professionale, cioè l’assunzione come giornalista, cosa peraltro accaduta ad alcuni suoi ex colleghi dell’ufficio stampa del Gruppo parlamentare di An al Senato della Repubblica, è stato gravemente demansionato e dequalificato professionalmente, mediante un’assunzione-beffa (dall’intento chiaramente ritorsivo e mobbizzante) come impiegato di IV livello del settore commercio, e sbattuto in segreteria ad imbustare lettere e a rispondere al telefono.

Gasparri, inoltre, asserisce di aver gentilmente offerto a Leonida Maria Tucci la cifra di 100mila euro, quale proposta di transazione. Cosa - anch’essa - assolutamente falsa, come risulta dalla sentenza di primo grado della madre di tutte le cause. Ancora: Gasparri afferma di non sapere nemmeno chi sia Leonida Maria Tucci. Ebbene, tanto è vero che Gasparri non conosce Leonida Maria Tucci, che, in data 9 maggio 2008, quando Gasparri era presidente del Gruppo parlamentare del Pdl al Senato della Repubblica, ha assunto Leonida Maria Tucci a tempo indeterminato come impiegato di IV livello del settore commercio, alle dipendenze del gruppo parlamentare del Pdl al Senato. E tanto è vero che Gasparri non conosce Leonida Maria Tucci, che l’ha fatto ricattare per ben due volte, prima dal ragioniere del Gruppo parlamentare del Pdl al Senato della Repubblica, tale Domenico Palumbo, e poi dal suo portaborse, dal suo segretario personale e particolare, tale Luca Sbardella, i quali hanno detto a Leonida Maria Tucci: “O tu rinunci a tutti i tuoi diritti maturati, acquisiti e tuttora negati oppure noi ti licenziamo, anche se sei stato assunto a tempo indeterminato. E sai perché? Perché noi possiamo tutto. E poi ricordati che hai due bambini piccoli...”. E tanto è vero che Gasparri non conosce Leonida Maria Tucci, che, il 31 ottobre 2008, siccome Leonida Maria Tucci non aveva ceduto all’osceno ricatto sopra descritto, lo ha licenziato in maniera palesemente ritorsiva, senza nemmeno uno straccio di lettera di licenziamento. Non solo: come mai Gasparri glissa, omette, non dice assolutamente nulla riguardo alla sentenza con cui la giudice Ersilia Foscolo, del Tribunale ordinario civile di Roma (Sezione Lavoro), in data 20 ottobre 2008, ha annullato, dichiarandola ingiusta, infondata e illegittima, l’indegna, ignobile, infame sanzione disciplinare inflitta (dall’amico di Gasparri e attuale senatore di FI/Pdl, Altero Matteoli) a Leonida Maria Tucci con l’accusa di andare in giro a maltrattare e picchiare le colleghe?

Di più: come mai Gasparri glissa, omette, non dice assolutamente nulla in merito al decreto con cui il gip Filippo Steidl, del Tribunale ordinario penale di Roma, in data 9 marzo 2009, ha archiviato la querela per diffamazione sporta nei confronti di Leonida Maria Tucci da parte dell’ex senatore di An/Pdl (e amico di Gasparri) Oreste Tofani? Decreto di archiviazione in cui si parla a chiare lettere di mobbing ai danni di Leonida Maria Tucci. Infine: come mai Gasparri glissa, omette, non dice assolutamente nulla sull’immonda sentenza di primo grado della madre di tutte le cause, emessa dalla giudice Angela Coluccio, a seguito della quale ella è stata punita, con un trasferimento, dal Consiglio Superiore della Magistratura?

Giulia Ruggeri (moglie di Leonida Maria Tucci)

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 20:16