Alfano, ministro degli… immigrati

Non vorremmo tornare a parlare del ministro Angelino Alfano, non fosse altro perché la sua statura politica e morale non impressiona particolarmente. In verità, dopo l’infelice uscita sulla vicenda della “cattura” di Marcello Dell’Utri, di Alfano vorremmo sentire parlare, se possibile, ancor meno di quanto avvenga. Purtroppo, ci tocca ascoltarlo. L’ultima occasione è stata una sua comunicazione urgente alla Camera dei deputati sulla questione dell’incremento dei flussi migratori nell’ultimo periodo. Alfano ha dichiarato che la situazione si presenta molto problematica. Dall’inizio dell’anno sono sbarcate sulle coste italiane 20.500 persone, circa dieci volte il numero rilevato nello stesso periodo dello scorso anno. Il ministro ha confermato che la tendenza vede la crescita esponenziale degli arrivi di clandestini. Inoltre, egli ha rivendicato il successo dell’operazione “Mare Nostrum” grazie alla quale sarebbero stati salvati 19mila migranti. Il costo di questa operazione ammonta a 9 milioni di euro al mese. In previsione di un’ondata di sbarchi di dimensioni bibliche, Alfano ha detto che chiederà all’Europa maggiore partecipazione e disponibilità finanziaria per far fronte all’emergenza.

È inutile dire che il compitino a casa declamato dal ministro non ha convinto le opposizioni; anzi, se possibile ha prodotto un effetto paragonabile a quello del drappo rosso sventolato davanti al toro. Sono volate parole grosse in aula, al punto che la presidente Laura Boldrini ha dovuto sospendere la seduta. Ora, benché sarebbe facile associarsi al coro di contumelie rivolte ad Alfano dai deputati dell’opposizione, preferiamo tentare la via del ragionamento, in luogo di quella degli insulti, per addivenire a un punto di chiarezza sull’argomento. Incominciamo col dire che, alla luce dei dati forniti dal ministro, si evidenzia un indubbio collegamento tra l’aumento esponenziale dei flussi migratori e la recente decisione italiana di abolire il reato di immigrazione clandestina. È del tutto evidente che se uno Stato dichiara la non illiceità dell’ingresso non autorizzato di migranti, da qualche parte le organizzazioni interessate si attivano per implementare un traffico che ha una profittabilità economica molto elevata. Lo stesso Alfano ha riconosciuto che la maggioranza assoluta dei clandestini s’imbarca nei porti libici. Egli sostiene, inoltre, che la natura della nuova immigrazione non abbia più carattere emergenziale ma sia da considerarsi strutturale.

In sintesi, il ministro ha spiegato che sugli immigrati clandestini in arrivo nelle prossime settimane si sa quasi tutto: quanti sono, da quali Stati provengono, da quali porti partiranno e si conosce anche la motivazione che spinge una massa così ingente di individui ad abbandonare i Paesi d’origine. Ebbene, pur in presenza di questi dati l’unica cosa che Alfano ha pensato di fare è di andare in Europa a pietire un po’ di denaro, giacché il mantenimento degli immigrati costa, e di provare a chiedere agli altri Paesi europei il consenso alla libera circolazione dei richiedenti asilo per l’intero territorio dell’Unione. Il ministro, non potendo tenere i profughi chiusi nei campi d’accoglienza per troppo tempo, reputa necessario che si riveda il Trattato di Dublino “che carica tutti i problemi sul Paese d’ingresso”. Finora, però, non sembra che le autorità di Bruxelles, in ansia per la vicenda ucraina, si siano date da fare a rispondere all’appello di Alfano.

Nessun riferimento, invece, è stato fatto in ordine alla possibilità di intercettare “a monte” il flusso migratorio. Nulla si è detto della possibilità di tornare a discutere con le autorità libiche e tunisine per riprendere la politica di contenimento non degli sbarchi, bensì delle partenze. Non dimentichiamo che a organizzare la tratta di esseri umani sono le organizzazioni criminali e terroristiche che hanno fatto, grazie al lassismo italiano, della gestione dei flussi migratori un importante asset della loro industria del malaffare. È bene che si dica con chiarezza che la nostra debolezza nel mancare di reprimere il fenomeno è direttamente proporzionale all’irrobustimento finanziario di quei gruppi criminali che stanno condizionando pesantemente il processo di transizione democratica della nuova Libia.

Resta, tuttavia, incomprensibile il motivo per il quale il responsabile del Viminale non abbia disposto di estendere il pattugliamento operato dalle unità della nostra Marina militare fino alla linea di demarcazione delle acque territoriali libiche. Con l’ausilio della vigilanza satellitare sarebbe molto facile bloccare i barconi alla partenza, senza far correre rischi ai poveri migranti imbarcati, piuttosto che permettere che sia il mare a fare la sua selezione. A questo proposito, dobbiamo denunciare come atto ignobile il tentativo di certa sinistra di caricare sulle spalle dei militari italiani la responsabilità per le morti in mare di tanti sciagurati clandestini. Se costoro finiscono per subire una sorte orribile, non è colpa degli italiani che non li hanno soccorsi in tempo. Sulla coscienza, posto che ne abbiano una, devono portarseli coloro che hanno sfruttato la condizione dei profughi per derubarli e poi mandarli incontro alla morte. Sulla coscienza devono averli le autorità politiche e amministrative di quei Paesi che nulla stanno facendo per interrompere il florido commercio di esseri umani, in partenza dai loro porti. Sulla coscienza devono portarseli quei tanti fautori delle “politiche dell’accoglienza a tutti i costi” che popolano la riva sinistra della politica nostrana.

Sarebbe, dunque, salutare per la salvezza di tante povere vite umane, preda della ferocia e dell’avidità di spietati mercanti di morte, che venisse prontamente ripristinato il reato di immigrazione clandestina. Sarebbe opportuno che venissero inasprite le pene per i trafficanti. Sarebbe opportuno che i responsabili venissero perseguiti fin nei loro covi, magari inseguiti da mandati di cattura internazionali emessi dalla nostra magistratura, atteso che il reato, ai fini della giurisdizione, si perfeziona con l’arrivo dei clandestini nelle acque territoriali italiane. Il ministro dovrebbe avere questa sensibilità anche per allontanare da sé il sospetto che l’unico “criminale” degno della sua attenzione sia stato Marcello Dell’Utri. Ciò che più conta è che si riprenda il dialogo con i Paesi rivieraschi per riattivare gli accordi bilaterali finalizzati alla repressione del fenomeno della tratta degli esseri umani.

Per quanto riguarda l’emergenza umanitaria dei richiedenti asilo politico, è necessario che gli organismi internazionali operino una scrematura alla partenza e non all’arrivo. Gli uffici dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati devono operare in Libia e in Tunisia, non a Roma o a Ginevra. Il profugo che ha diritto d’asilo ha anche il diritto di scegliere la Patria di destinazione, come ha diritto di essere ospitato su navi di linea regolari, di modo da evitare di pagare cifre da capogiro agli organizzatori dei traffici illeciti.

Dire queste cose non è essere razzisti o xenofobi come la sinistra del buonismo peloso vorrebbe far credere. Al contrario, si tratta di avere cuore e rispetto per le vite umane. Si tratta di essere compassionevoli per desiderare che chi ha sofferto non abbia a patire ulteriori conseguenze dalla propria condizione di profugo. Ma si tratta anche di essere realisti di fronte ai problemi che un’immigrazione fuori controllo può causare alla nostra sicurezza e al nostro ordine sociale.

Alfano queste cose avrebbe dovute conoscerle, visto che per tanti anni ha frequentato con assiduità, e con profitto, la sede nazionale di Forza Italia e poi quella del Popolo della Libertà. Tuttavia, l’uomo senza passato che vede solo futuro davanti a sé si è fatto araldo delle idee demagogiche della sinistra boldriniana. È un suo diritto cambiare cavallo, casacca, scuderia e padrone, però comprenda che non ha titolo né argomenti per rintuzzare le accuse che gli vengono rivolte di essere diventato “l’utile idiota” della sinistra o, come dicono quelli della Lega, “il ministro degli immigrati”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:01