La casa nel caos: tante tasse e confuse

giovedì 16 gennaio 2014


La discussione sulle imposte che riguardano la proprietà, la gestione e l’affitto degli immobili, non conosce pace. Da mesi il Governo avanza proposte, diverse tra loro, ma che sembrano avere un unico denominatore comune: scontentare cittadini, aziende e persino gli stessi comuni. Il panorama delle imposte è molto confuso. Da un lato dovrebbe affermarsi la cosiddetta Iuc, Imposta unica comunale, composta da Tari (Tassa sui rifiuti), Tasi (servizi) e Imu su seconde case e unità non abitative. Quest’ultima componente sarà ancora regolata dai singoli comuni, delegati a stabilire non solo le scadenze di pagamento ma anche il valore del’aliquota dell’imposta.

A questa responsabilità si affiancherà la possibilità di aumentare le aliquote della Tasi allo scopo di poter concedere detrazioni sull’Imu alle famiglie con basso reddito. Insomma, una giungla di norme e tributi che difficilmente non graverà su un settore che ha già vissuto un lungo periodo di crisi, dal quale si stava lentamente risollevando. Allo stesso tempo sono state rivisitate le norme che regolano (e ovviamente tassano) le compravendite.

Questo versante porta, al contrario, anche qualche piccola nota positiva, con l’imposta di registro che sulla prima casa passa dal 3 al 2%, sulle seconde case dal 10 al 9% e con i pagamenti delle imposte di ipoteca e catasto che vengono leggermente ridotti da 168 a 50 euro per le prime case, e sensibilmente ridimensioni anche per le seconde case, passando da un complessivo 3% del valore catastale a due più semplici pagamenti fissi di 50 euro.

Un decreto controverso è invece quello che riguarda il pagamento per il trasferimento della proprietà. Da quest’anno i soldi versati per l’acquisto di un immobile verranno “congelati” in un conto corrente dedicato, stipulato dal notaio incaricato di seguire la compravendita.

Il notaio consegnerà la somma al venditore solo al momento del vero e proprio trasferimento della proprietà, mentre gli interessi maturati su questo particolare conto andranno allo Stato. Anche questa norma sembra appesantire ulteriormente il già complesso sistema che regola le compravendite immobiliari. Secondo uno studio di House&Loft, questa nuova norma non solo aggiunge costi finanziari che graveranno sull’intera transazione, ma rischia anche di prolungare i già lunghi tempi di mediazione.

L’auspicio è che questo labirinto di tasse e norme venga presto ridimensionato, prendendo esempio dagli errori dalla vicina Grecia, che, in un momento di crisi e confusione, elaborò maldestramente nuove norme tributarie sugli immobili, maggiormente vessatorie e complesse, affondando in misura ancora maggiore il già compromesso settore immobiliare.


di Elisa Serafini