martedì 30 luglio 2013
“Raifaziosa”. Prima Annunziata e poi sanzionata. L’autorità di garanzia delle comunicazioni ha riconosciuto fondate le proteste del capogruppo del Pdl, Renato Brunetta. Le trasmissioni Rai di Lucia Annunziata e di Fabio Fazio hanno violato la “par condificio” e condotto in modo “squilibrato” numerose puntate di “Che Tempo fa” e “In mezz’ora” sulla Terza Rete. Gli ospiti erano in prevalenza esponenti del Pd o vicini al centrosinistra. Dal settembre 2012 al 26 maggio 2013 (crisi di governo, elezioni politiche, amministrative) Fazio su 60 puntate ha ospitato 20 rappresentanti del Pd e 4 del centrodestra. Lucia Annunziata su 29 puntate trasmesse tra il 7 ottobre 2012 e il 9 giugno 2013(crisi politiche, elezioni, formazione del governo Letta) ha ospitato 14 interlocutori di sinistra e solo 2 del centrodestra (due volte Alfano). Questi i dati. I fatti accertati. In complesso alla Rai l’autorità garante ha riconosciuto un sostanziale rispetto del pluralismo del servizio pubblico, compreso Ballarò di Giovanni Floris per il quale era stato chiesto un accertamento.
La discussione, come osservano i Radicali, dovrebbe essere approfondita perché la Rai è stata carente sia in materia di ilustrazione dei referendum sia per quanto riguarda le vicende carcerarie il cui affollamento è stato sottolineato anche dal Capo dello Stato. In questo ultimo periodo la Rai, però, gode di una speciale di copertura bonaria di larghe intese ad eccezione degli attacchi dei grillini che hanno ottenuto per un loro esponente la presidenza della Commissione parlamentare di vigilanza. Qualche piccolo dispiacere ai vertici di viale Mazzini arrivano dall’interno del Consiglio di amministrazione da parte dei due esponenti della “società civile” Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi che tutti gli osservatori etichettano di “sinistra”. Tace anche il sindacato dei giornalisti interni in precedenza sempre pronto con i vari Giulietti, Roberto Natale, Carlo Verna a far sentire la propria voce. Con l’attuale direttore generale Luigi Gubitosi va tutto bene, anche l’uscita di 600 dirigenti, giornalisti e tecnici e l’arivo di alcuni supereperti esterni per alcuni ruolo chiave della gestione di bilancio che presenta un rosso di 200 milioni. C’è poi un vizio d’origine della sinistra.
Negare l’evidenza o ammantare le critiche al loro operato con giustificazioni che toccano i massimi sistemi: dalla libertà di pensiero a quello dell’autonomia nella predisposizione delle trasmissioni e degli interlocutori da invitare. I conduttori-padroni delle trasmissioni (da Celentano a Benigni, da Augias a Vianello, da Serena Dantini a Milena Gabanelli) vogliono e ptretendono per contratto di fare quello che vogliono. A senso unico e ovviamente a favore dell’ideologia e degli schieramenti che s’ispirano alle concezioni marxiste e antiliberali. Appena ricevuta la comunicazione di riequlibrare nella prossima stagione tv lo spazio a favore del centrodestra è scattata la controffensiva dell’ex presidente della Rai ed ex direttore del Tg3 Lucia Annunziata. Ha contestato le modalità che hanno portato l’Agcom a questo giudizio, si è giustificata dicendo di aver invitato 9 nomi di area Pdl che non avrebbero accettato, ma non ha detto nulla sulla clamorosa definizione che gli esponenti del Pdl erano esponenti impresentabili e non dice che è ancora coperta da un lauto contratto triennale. La reazione di Fazio è stata un po’ più evasiva. Il conduttore cerca di non alzare i toni. Deve condurre un’altra volta Sanremo con Luciana Lizzittetto e beneficia di un contratto tra i più ricchi tra i collaboratori della Rai.
di Sergio Menicucci