Sondaggi: crollano Monti, Pdl e Pd

Brusca inversione di trend, dopo qualche settimana positiva, per il “job approval” di Mario Monti nell’ultimo sondaggio realizzato da Spincon.it per L’Opinione. Rispetto alla scorsa settimana, il grado di consenso sull’operato del premier è sceso dal 44,1% al 41,6% (-2,5%). Stessa tendenza, ma più sfumata, per il gradimento nei confronti del governo nel suo complesso: 38,1% rispetto al 38,8% della scorsa settimana (-0,7%). Se prendiamo in considerazione il differenziale tra chi esprime un giudizio “molto positivo” e chi ne esprime uno “molto negativo” (il sondaggista statunitense Scott Rasmussen definisce questo parametro come “approval index”), Monti passa però dal -18,6% al -17,5%, migliorando dell’1,1% la propria performance. Leggero recupero anche per il governo nel suo complesso, che passa dal -26,1% al -25,8% (+0,3%). Se scomponiamo questi risultati in base all’orientamento politico, scopriamo che il “job approval” di Monti è in calo sia tra gli elettori di centrodestra (intorno al 25%), sia tra quelli di centrosinistra (intorno al 60%). 

Passiamo ora alla parte del sondaggio che riguarda le intenzioni di voto per le prossime elezioni politiche. A livello di coalizione, un ipotetico centrodestra (Pdl, Lega, La Destra, Grande Sud e Fiamma tricolore) raggiungerebbe oggi il 28,7%, perdendo lo 0,8% rispetto alla scorsa settimana. Calo ancora più accentuato per il centrosinistra (Pd, Idv, Sel, Verdi e Psi), che passa dal 39,8% al 38,5%, perdendo l’1,3%. Meno vistosa, invecem, la flessione del Terzo Polo (Udc, Fli, Api ed Mpa), che passa dall’8,3% all’8,2% (-0,1%). Leggera crescita, invece, per il Movimento 5 Stelle, che guadagna lo 0,3% passando dal 14,5% al 14,8%. Cresce nettamente (dallo 0,9% al 2,6%) la percentuale di intervistati che si dichiara pronta ad andare a votare ma non vuole farlo per nessuno dei partiti presenti nella domanda del sondaggio. Uno scarto tra “domanda e offerta” che dovrebbe far riflettere. Partendo dalla parte destra dello schieramento, il Popolo della Libertà scivola dal 16,9% al 15,9% (-1%), toccando per la seconda settimana consecutiva il livello più basso mai registrato da Spincon.it. Lievissimo calo anche per la Lega Nord, che passa dal 7,2% al 7,1% (-0,1%). Record di consensi virtuali, invece, per La Destra di Francesco Storace, che guadagna altri sei punti decimali rispetto alla scorsa settimana e passa dal 4,4% al 5%. Perdono colpi le altre due formazioni minori del centrodestra: Grande Sud perde un decimale e si ferma allo 0,2%, mentre Fiamma tricolore ne perde due e passa dallo 0,7% allo 0,5%. A sinistra, il Partito democratico – pur confermandosi nettamente il primo partito italiano – accusa una flessione vistosa e passa dal 27,1% al 25,9 (-1,2%). Perde tre punti decimali anche l’Italia dei Valori che passa dal 5,2% al 4,9%. Mentre cresce Sinistra Ecologia e Libertà: il partito di Nichi Vendola sale dal 5,4% al 5,7% (+0,3%). Qualche briciola la lasciano per strada anche i Verdi, in calo dall’1,8% all’1,7% (-0,1%). Mentre il Psi rimane stabile allo 0,3%. Trend eterogeneo anche per i partiti del Terzo Polo. Stabile l’Udc al 5,7; in leggera crescita Futuro e Libertà, che sale dal 2,2% al 2,3% (+0,1%); si avvicinano pericolosamente all’irrilevanza statistica Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli ed Mpa di Raffaele Lombardo, entrambe in calo dallo 0,2% allo 0,1%. Tra i i partiti che non appartengono ad una delle tre coalizioni maggiori - oltre al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che sale dal 14,5% al 14,8% (+0,3%) - recuperano consensi anche i Radicali italiani che passano dal 2,5% al 2,6% (+0,1%) e la Federazione della Sinistra (l’alleanza tra Rifondazione comunista e Comunisti italiani) che sale dal 2,3% al 2,4% (+0,1%). Stabile al 2,2% il Partito Pirata.

Questa settimana, le “domande extra” di Spincon.it riguardavano i potenziali candidati anti-Zingaretti alla presidenza della Regione Lazio. Se a scegliere fossero gli elettori del centrodestra, la scelta ricadrebbe sull’ex ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Tra gli elettori che alle elezioni europee del 2009 votarono per il Pdl, infatti, la candidatura della Meloni conquista un sostanzioso 40,1%, che le consente di stracciare la concorrenza. Battendo 4 a 1 Francesco Storace (accreditato di un 10,1%), e 40 a 6 Luisa Todini (6%). Indietro Giancarlo Abete (1,5%) e Andrea Augello (0,7%). Ben il 17,6% invece preferirebbe un “altro candidato della società civile” e il 5,2% degli intervistati è del parere che il centrodestra non debba presentarsi con un candidato unitario. Risultato simile se si analizzano le risposte di un campione più ampio: quelli che nel 2009 votarono uno qualsiasi dei partiti di centrodestra. In questo caso, la Meloni ottiene il 35,1%, Storace si accredita di un buon 13,5%, Luisa Todini di un 5,7%, Giancarlo Abete dell’1,5%, Andrea Augello dello 0,6%. Quasi inalterato il dato di chi preferirebbe un altro nome della società civile: 17,5%. Di poco in salita il numero di chi crede che l’era del candidato unico per il centrodestra sia tramontata, che raggiunge il 5,6%.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:03