Tempesta in rete per Gianni e Renata

«Luigi Crespi afferma il falso, consapevolmente», la sua «sciatteria, quando sfiora il surreale è persino divertente» e scrive «indubbiamente ispirato, e possiamo anche immaginare da chi». Parole pesantissime e nemmeno firmate. Ma l'indirizzo web sul quale è stato pubblicato l'editoriale parla chiaro: è il sito della Fondazione Città Nuove, il movimento della governatrice del Lazio Renata Polverini.

Parole di fuoco contro lo spin doctor del sindaco Gianni Alemanno. Ma di cosa si farà una ragione la presidente? Dell'attacco feroce che Luigi Crespi ha scagliato dal suo blog domenica pomeriggio contro la convention di Città Nuove, e che su Twitter ha rilanciato due volte, segnalandolo sul social network al sindaco Alemanno, a Storace e perfino alla stessa governatrice. Sabato mattina all'Eur Polverini ha lanciato sul piano nazionale la sua fondazione. Crespi non ci va leggero: «Un vero flop, una rappresentazione mediocre» che evidenzia «il totale distacco della sora Renata dalla realtà e la sua incapacità di interpretare la fase politica del Paese». Una «convention vintage, per fare un complimento. Le sagome sul palco sottolineano l'assenza della gente» e «l'immagine incombente sul megaschermo offre una versione un po' coatta» che sembra «scimmiottare altre esperienze capaci di lasciare il segno. Tenta di fare la Santanché, ma di sinistra, che sta a destra: minaccia le dimissioni e fa sapere di essere pronta a sfidare Alfano, ma rischia di cadere nel ridicolo». Insomma, «ieri non è nata una stella. Per questo oggi si è rifugiata in un convegno del Pd e da lì ha cominciato a sparare su tutto».

Ieri mattina, ospite del democratico Marco Di Stefano, accanto a Enrico Letta, Polverini in effetti non è stata morbida con il sindaco. Acea? Lei non l'avrebbe privatizzata. I debiti? Bisogna trovare i soldi. I rifiuti? «Il governo parla, il Comune straparla e noi paghiamo. Ci metta la faccia pure lui». Per questo, a Città nuove, il post di Crespi viene letto come "ispirato". E la replica è non meno brutale: «Lo citiamo contro ogni logica ispirata al buonsenso - il contrattacco sul sito di Cn - Tutti hanno colto i riferimenti sul palco al mondo del lavoro. Tutti tranne Crespi. Che sia poco avvezzo al mondo del lavoro lo immaginavamo, ma che non riconoscesse i simboli ci ha sorpreso. Qualcuno gli dica che l'Italia era quella a forma di stivale su fondo azzurro». Il vero "vintage" è, come ha fatto Crespi, parlare del vestito di Renata: «Perché non si parla mai di quelli di Monti, Napolitano o Alemanno?». Rottura tra Alemanno e Polverini? 

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:19