La coscienza dei robot

Nel passato, l’accostamento delle parole “coscienza” e “robot” è stato un tabù. La paura dell’uomo verso delle entità artificiali, senzienti e “coscienti” si è espressa tramite la letteratura, il cinema e la musica.

Oggi, però, c’è stato un cambio di passo radicale. Hod Lipsoningegnere meccanico che dirige il Creative Machines Lab alla Columbia University – sostiene che “stiamo letteralmente per consegnare la nostra vita nelle loro (dei robot, ndr) mani”. In un’intervista per il New York Times, il ricercatore racconta che “era quasi proibito parlare di coscienza perché il solo parlarne non avrebbe fatto ottenere l’incarico di progettazione”. Questo, nei primi anni duemila, quando gli automi hanno iniziato a operare negli ospedali, a lavorare nel settore alimentare e del trasporto. Erano (e sono) infinite le applicazioni delle “macchine”, e anche un piccolo errore nel loro funzionamento, “man mano che diventavano più integrate con le nostre vite, poteva significare un disastro”, sottolinea il quotidiano. Ecco che, sempre senza pronunciare la parola “coscienza”, lo scienziato ha cominciato a vagliare le enormi potenzialità dell’intelligenza artificiale.

Con il passare del tempo, il nome del dottor Lipson è cresciuto esponenzialmente presso la comunità ingegneristica, tant’è che negli ultimi due anni si “è permesso” di pronunciare ad alta voce la parola coscienza presso il termine robot, con l’idea di creare automi consapevoli. “Se riusciamo a creare una macchina che avrà una coscienza pari a quella di un essere umano – dichiara il professore – questo eclisserà tutto ciò che abbiamo fatto finora, perché quella stessa macchina può (potenzialmente, ndr) curare il cancro”. Hod Lipson e i suoi seguaci del Creative Machines Lab, ci credono. “Ho bisogno di qualcosa che sia totalmente costruibile, asciutto, poco romantico, solo dadi e bulloni – asserisce l’ingegnere – ma ora ho anche stabilito un criterio pratico per dar vita alla coscienza, ovvero: la capacità di immaginare sé stessi nel futuro”. “Per ora – conclude Lipson – stiamo costruendo un prototipo”.

Aggiornato il 10 gennaio 2023 alle ore 09:30