Scoperti due pianeti adatti per gli umani

venerdì 16 dicembre 2022


Sono stati individuati due nuovi pianeti – orbitanti intorno alla stella GJ 1002, situata a meno di 16 anni luce di distanza dal sistema solare – in direzione della costellazione della Balena. Sono entrambi molto simili alla Terra, soprattutto per quanto riguarda la massa, ed orbitano a una distanza ideale dalla loro stella, per cui riescono a mantenere l’acqua allo stato liquido (condizione fondamentale per ospitare forme di vita). È curioso come un anno su GJ 1002 b, il pianeta più interno dei due, un anno dura solo 10 giorni: è tutto il tempo che gli occorre per completare un’orbita attorno alla sua stella. Il secondo corpo celeste in questione – GJ 1002 c, più distante – impiega “addirittura” 21 giorni per completare il suo moto intorno all’astro di riferimento.

“La natura sembra determinata a dimostrare che gli esopianeti (pianeti esterni al sistema solare, ndr) simili alla Terra sono molto comuni. Con questi due, ne conosciamo già 7 in sistemi vicini”, spiega un ricercatore dell’Instituto de Astrofisica de Canarias (Iac), Alejandro Suarez Mascareno, primo autore dell’articolo che riporta la scoperta, pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics. “La stella centrale è un astro di bassa luminosità, con solo il 12 per cento della massa del nostro Sole. È una sorella gemella di Proxima Centauri, la stella a noi più vicina, e per questo la regione di abitabilità del sistema è situata nelle sue immediate vicinanze”, racconta Alessandro Sozzetti, coautore dello studio e primo ricercatore presso l’Inaf di Torino.

Il fatto che GJ 1002 sia così vicino al nostro sistema solare, rende i due pianeti degli ottimi candidati per lo studio della loro atmosfera, attraverso l’osservazione della loro luce riflessa o dell’emissione termica. “Ci aspettiamo di poter investigare la presenza di un’atmosfera attorno a GJ 1002 c, alla ricerca di ossigeno in particolare, utilizzando lo spettrografo Andes, strumento la cui progettazione è a guida italiana, in cui Inaf e fortemente coinvolto e che opererà in futuro sull’Extremely Large Telescope dell’Eso, il più grande telescopio al mondo con il suo specchio principale di ben 39 metri di diametro, in costruzione nel deserto cileno”, spiega Sozzetti. GJ 1002 b e GJ 1002 c sono entrambi ottimi candidati per diventare obbiettivi primari di future missioni spaziali, con lo scopo di ottenerne immagini dirette.

La scoperta dei due esopianeti è stata possibile solo grazie agli strumenti Espresso e Carmenes e alle loro osservazioni combinate. GJ 1002 infatti è stata studiata dallo spettroscopio Calar Alto high-Resolution search for M dwarfs with Exoearths with Near-infrared and optical Èchelle Spectrographs (Carmenes), installato al telescopio dell’Osservatorio Calar Alto, in Spagna. Poi, tra il 2019 e il 2021, anche lo spettrografo Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanet and Stable Spectroscopic Observations (Espresso) – situato sulle Ande cilene – ha osservato il sistema della stella GJ 1002, portando alla luce l’esistenza dei due pianeti potenzialmente abitabili.


di Redazione