Cybersicurezza, in aumento gli attacchi a fini di estorsione

Negli ultimi tre mesi dello scorso anno sono aumentati i cosiddetti ddos. Si tratta di una sorta di minaccia che rende impossibile accedere a un sito o un servizio, perché sotto attacco di cybercriminali. Da due anni a questa parte, Cloudflare, un’azienda americana che si occupa di infrastrutture di rete, pubblica i risultati di un sondaggio che indaga la tendenza di crescita dei ricatti causati da attacchi informatici che bloccano i computer. Le statistiche riferiscono un incremento pari al 29 per cento anno su anno e del 175 per cento rispetto al trimestre precedente di attacchi ddos finalizzati a richieste di riscatto per riavere online il sito.

Attraverso un Distributed denial of service, gruppi di cracker, che a differenza degli hacker agiscono proprio per estorcere denaro e fondi, convogliano una serie di richieste di clic verso uno stesso portale, col fine di causarne un blocco per troppi accessi. Sono quattro i settori più colpiti: manifatturiero, videogame, scommesse, servizi per le imprese.

Tra i Paesi dai quali ha origine il traffico dei criminali verso la risorsa da bloccare ci sono la Cina, gli Stati Uniti e il Brasile, anche se l’utilizzo di sistemi per rendere anonima la propria posizione, ossia l’indirizzo IP, rendono oramai difficile localizzare il luogo da cui partono effettivamente le operazioni. Le vittime principali, secondo Cloudflare, si trovano negli Usa, seguiti da Canada e Germania. Secondo una analisi condotta dalla società di sicurezza Bitdefender, nel 2022 sono previsti sempre più attacchi ddos sponsorizzati dagli Stati, che forniscono ai criminali informatici strumenti e fonti per un nuovo cyberspionaggio.

Aggiornato il 12 gennaio 2022 alle ore 14:42