Chirurgia e stampanti 3D

giovedì 24 ottobre 2019


Che la tecnologia abbia fatta passi avanti è una cosa accertata e che questa incida sulla medicina moderna è stato dimostrato qualche giorno fa all’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze dove è stato ricostruito ex novo un orecchio ad un bambino grazie alla stampa in 3D. Il paziente, un adolescente di 13 anni, è nato senza entrambi i padiglioni auricolari a causa della microtia, una malformazione congenita rara che colpisce 5 bambini su 10.000, e che porta a un'assenza di sviluppo dell'orecchio esterno. Il ragazzo non aveva problemi di udito, ma la malformazione gli creava notevoli disagi psicologici soprattutto durante la vita quotidiana con gli amici. Per questo motivo, si è reso necessario questo tipo di operazione chirurgica. I medici hanno prima utilizzato un orecchio in plastica per provare le posizioni e grazie ad una Tac al costato del paziente hanno individuato quanta cartilagine prelevare per “scolpire” il nuovo padiglione auricolare. In seguito, con l’aiuto della stampante 3D è stata realizzata una copia esatta di tali cartilagini. Il vantaggio di un intervento di questo tipo, rispetto a quelli eseguiti con la precedente tecnica 2D, è l’estrema precisione, che ha consentito di ridurre al minimo le cartilagini prelevate dalle coste del bambino. Successivamente, è stato riprodotto il modello tridimensionale della forma finale dell’orecchio, ottenuto da scansioni eseguite su quello della madre del bambino. Il modello è stato infine stampato e le cartilagini “plasmate” sul paziente fino ad ottenere un risultato il più possibile esteticamente simile a quello vero.

Grazie alla tecnologia utilizzata l'intero intervento è stato simulato più volte dal team dell'ospedale pediatrico fiorentino e questo ha consentito di affinare la tecnica, riducendo anche i tempi di esecuzione (6 ore) e la relativa anestesia. Fino ad ora, infatti, per avere un modello di riferimento da cui partire per ricostruire l’orecchio, il chirurgo faceva tutto manualmente, disegnando i contorni anatomici su una lastra trasparente appoggiata alla parte presa a modello.

Il ragazzo, dopo 10 giorni, è già tornato a scuola e ha ripreso la sua vita normale. Ora l’obiettivo è quello di ripetere l’intervento, entro qualche mese, anche sull’altro orecchio, per poi offrire ad altri 6 bambini, attualmente in attesa, lo stesso tipo di trattamento.

Anche se in Cina questo tipo di operazione è già stata realizzato su diversi piccoli pazienti, in Italia si tratta del primo intervento in assoluto che segna un passaggio importante per la nomea della medicina italiana in tutto il mondo. Si è infatti inaugurata una nuova frontiera della chirurgia ricostruttiva: il 3D potrà essere usato in futuro per correggere malformazioni del volto ma anche alterazioni congenite della testa.

 

 


di Cristina De Palma