Luna, dopo la stampa 3D una talpa per le future colonie

Dopo la stampa 3D per costruire le future basi lunari, negli Usa si comincia a progettare una ‘talpa’ in grado di scavare tunnel nel sottosuolo per creare habitat per l’uomo o per collegare tra loro le colonie. Questo perché saranno le macchine a fare da apripista dell’esplorazione lunare, nella nuova corsa che vede in prima fila anche i privati, come Jeff Bezos con il lander lunare Blue Moon.

“Sulla Luna gli astronauti dovranno essere protetti da radiazioni, rigide temperature e meteoriti”, ha detto Jamal Rostami, direttore dell’Istituto di meccanica terrestre della Colorado School of Mines, al World Tunnel Congress che si è svolto a Napoli. Alla luce di queste considerazioni, “la nostra idea - ha spiegato - è costruire la base nel sottosuolo lunare, usando una macchina per scavare tunnel”. Non sarà un compito facile per diversi problemi, a partire dalla geologia lunare. “Costruire un tunnel sulla Luna è estremamente complesso perché il suolo lunare, subito dopo i primi strati, è duro come cemento armato a causa della sua formazione geologica”, ha detto all’Ansa Tommaso Ghidini, responsabile della divisione Strutture, Meccanismi e Materiali dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). In più, “vista la ridotta gravità lunare, l’azione di forza su un punto spingerebbe via la macchina da quel punto molto più facilmente rispetto a quanto succede sulla Terra”.

Una soluzione simile, ha aggiunto, era stata analizzata anche dall’Esa “in uno studio che aveva considerato anche il lancio dalla Terra del materiale necessario per costruire una base e l’uso di una stampante 3D che utilizzi le risorse in sito, come la regolite che copre la superficie lunare, abbinata a una fornace a energia solare”. La stampa 3D, ha proseguito, ha dimostrato di essere “la soluzione logisticamente, tecnicamente ed economicamente più plausibile”.

Alla stessa conclusione è giunta anche la Nasa. Tuttavia costruire basi con materiale lunare stampato in 3D non sarà sufficiente, perché secondo l’esperto, “bisognerà attrezzare quell’avamposto umano per fabbricare anche altri oggetti, utilizzando il materiale lunare e quello dei lander in disuso e dei rifiuti prodotti nella base”.

È in fase di studio anche l’eventuale sito dove costruire le basi. “Si stanno prendendo in considerazione il cratere Shackleton nel Polo Sud, ricco di acqua ghiacciata ma con una superficie difficile per l’allunaggio, la piana di Schrodinger, dove è più semplice atterrare, o le grotte sotterranee create dall’antica attività vulcanica, ma bisogna capirne bene la conformazione”.

La possibilità di avere acqua ghiacciata, secondo Ghidini, è importantissima sia per avere acqua liquida da bere, sia perché separata in idrogeno e ossigeno fornirebbe elementi per produrre energia elettrica e propellente per rover e razzi. Intanto, ha concluso, nell’orbita lunare “si prevede di costruire nel 2023 la stazione spaziale Gateway, pere fornire supporto logistico alle missioni lunari e a quelle future su Marte”.

Aggiornato il 13 maggio 2019 alle ore 18:33