La deriva #metoo di Sony: niente sesso nei videogames

venerdì 19 aprile 2019


Sony ha introdotto nuove linee guida che limitano la presenza di contenuti sessualmente espliciti nei videogiochi della PlayStation 4, in una mossa che – almeno in teoria – punta a tutelare la reputazione della compagnia ed evitare l’accusa di veicolare unimmagine degradante della donna, in piena sindrome #MeToo. A svelarlo è stato il quotidiano statunitense Wall Street Journal, secondo cui i nuovi standard non sono stati accolti con favore da tutti gli sviluppatori di videogiochi. Una portavoce di Sony ha spiegato al quotidiano che la società giapponese ha stabilito le proprie linee guida “in modo che gli sviluppatori possano offrire contenuti bilanciati” e il gioco “non inibisca una crescita e uno sviluppo sani” dei giovani.

Funzionari di Sony hanno detto che l’azienda temeva di perdere la propria reputazione su scala globale a causa dei contenuti sessualmente espliciti presenti nei giochi venduti in alcuni Paesi, tra cui il Giappone, dove c’è più tolleranza per i nudi e l’immagine di ragazze che potrebbero sembrare minorenni.

A incidere, insomma, sarebbe la diffusione sempre più globale delle piattaforme online di streaming – come Twitch di Amazon e YouTube Gaming (di Google) – che trasmettono in diretta le partite ai videogiochi, fregandosene dei confini nazionali. Un secondo fattore che ha inciso sulla decisione – sempre secondo i funzionari – è stato la crescita negli Stati Uniti proprio del movimento #MeToo, che ha fatto temere a Sony di essere associata a contenuti che danno un’immagine degradante della donna. Una sorta di autocensura preventiva, insomma, che non mancherà di sollevare più di una polemica nelle comunità dei videogiocatori.


di Redazione