Se a fare la spesa ci va il robot

giovedì 4 ottobre 2018


Il comune toscano di Peccioli è in gran fermento. Da pochi giorni in questa piccola cittadina di 4700 anime, si è svolta un’anteprima tecnologica mondiale: ha preso avvio MoBot il primo robot in grado di consegnare la spesa a casa. Il progetto, realizzato da una giovane startup italiana, è stato presentato ufficialmente in occasione del Festival internazionale della robotica di Pisa. Si tratta del primo robot evoluto che consegna la spesa a casa dai centri storici chiusi al traffico. L’idea di partenza è semplice: le ztl, ovvero le zone chiuse al traffico, sono ormai la quotidianità di moltissime città e per venire incontro a chi ha difficoltà a fare la spesa proprio in queste zone limitate al traffico, la società Mediate, spin-off dell’Istituto di biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha pensato a un robot intelligente utilizzabile tramite una app in grado di consegnare direttamente la spesa a casa del cliente.

MoBot, che sta semplicemente per Mobile Robot, si muove da solo e sa schivare gli ostacoli grazie ai numerosi sensori di cui è dotato, Ha tre luci che servono ad indicare, come una sorta di taxi, il livello di disponibilità: blu se è in corso una consegna, verde se è libero, e rosso se c’è un’emergenza, come ad esempio un ostacolo.

La funzionalità è semplice: si può chiedere di ritirare della merce prenotata in un esercizio commerciale del centro storico e di consegnarla direttamente a casa. Oppure si può prenotare MoBot affinché raggiunga il cliente presso uno dei parcheggi fuori dall’area chiusa al traffico per poi consegnare la spesa effettuata a piedi pochi minuti prima. L’obiettivo di questo ambizioso progetto è spiegato nella parole del sindaco di Peccioli, Renzo Macelloni: “C’era la necessità di rivitalizzare e aggiornare un centro medievale alle esigenze attuali e limitare lo spopolamento dei centri storici”.

La proprietà del robot non è di un’azienda privata, ma del Comune; ciò significa che i suoi servizi di consegna a domicilio non sono legati a un negozio ma sono a tutti gli effetti degli aiuti sociali erogati dalla municipalità. La prima prova su strada si è conclusa positivamente e non è escluso che il progetto si possa estendere anche in altri comuni limitrofi e non solo.


di Cristina De Palma