Trump rivuole Facebook

Donald Trump non ci sta. Durante la campagna elettorale permanente che caratterizza le primarie del Grand Old Party – il Partito repubblicano degli Stati Uniti d’America – l’ex presidente avrebbe chiesto di poter tornare su Facebook. Certo, dopo il ban dalle piattaforme che ha seguito l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, il tycoon ha sviluppato il suo social network, Truth, ma non ha niente a che vedere con i “big” del settore (Facebook, Twitter e Instagram), sia come numero di utenti che come volume di contenuti pubblicati. Il team che cura la campagna elettorale di Trump riferisce la richiesta dell’ex capo di Stato, invitando Facebook a “non ridurre al silenzio un candidato presidenziale”.

Il legale del magnate, Scott Gast, ha inviato una corrispondenza direttamente al fondatore della piattaforma, Mark Zuckerberg, chiedendo un “incontro per discutere della rapida riammissione” di Donald Trump sul social network. “Riteniamo che la sospensione dell’account Facebook del presidente Trump abbia radicalmente distorto e ristretto il dibattito pubblico”, sostiene l’avvocato nella lettera. Il tycoon e il suo entourage rimproverano la piattaforma, che invece di “promuovere un vero dialogo”, come si legge nella missiva, strozza la voce in gola di uno dei candidati principali alle primarie repubblicane, ed eventualmente alle presidenziali del 2024.

In teoria, il ban di 24 mesi dal social di Zuckerberg è scaduto il 6 gennaio scorso, due anni esatti dall’assalto al Campidoglio americano del 2021. Facebook aveva dichiarato che Donald Trump sarebbe tornato in possesso del suo profilo solo quando “i rischi per la sicurezza pubblica fossero scomparsi”. Un portavoce di Meta, la multinazionale che include il social network, ha premesso una decisione “nelle prossime settimane” sul destino dell’ex presidente.

Intanto negli Usa un nuovo sondaggio di FiveThirtyEight sulle primarie repubblicane vede il tycoon balzare in avanti di 17 punti sul suo avversario, il giovane governatore della Florida Ron DeSantis. Il rilevamento assegna a Trump il sostegno del 48 per cento degli elettori del Gop, mentre a DeSantis spetta solo il 31 per cento delle preferenze. Un risultato in controtendenza per l’ex presidente, che dalle elezioni midterm di novembre scorso era calato drasticamente nei sondaggi, a favore del governatore del Sunshine State.

Aggiornato il 19 gennaio 2023 alle ore 14:49