Niente unanimità per il verdetto di Weinstein

martedì 20 dicembre 2022


Harvey Weinstein sarebbe colpevole di uno stupro e di due aggressioni sessuali: così ha deliberato la giuria del processo di Los Angeles contro il “re” del cinema caduto in disgrazia. I giurati si sono divisi sul totale di sette casi d’imputazione e non hanno trovato l’unanimità sul fatto che l’ex produttore si sarebbe approfittato delle donne che lo avevano avvicinato, e avrebbe cercato rapporti sessuali senza essersi prima accertato che fossero consensuali. Weinstein sta già scontando 23 anni di prigione dopo essere stato condannato a New York per lo stesso genere di crimini. “Siete le nostre eroine contro un mostro”, ha detto l’attrice premio Oscar Mira Sorvino alle donne che a Los Angeles si erano fatte avanti.

Il titano del cinema ha prodotto innumerevoli film, che gli sono valsi 330 nomination agli Academy awards e 81 statuette. Fino a poco fa, avrebbe rischiato fino a 60 anni di prigione, ma adesso si parla di una pena tra i 18 e i 24 anni di reclusione. Dopo quasi dieci ore di consiglio, i giurati non hanno trovato l’accordo “contro ogni ragionevole dubbio” su un capo di imputazione per stupro e altri due per aggressione sessuale. Il verdetto ha concluso il processo californiano, cominciato a fine ottobre, che ha visto le disposizioni di 44 testimoni, tra cui la modella italo-filippina Ambra Battilana Guterres e una delle accusatrici, Jennifer Siebel Newsom, l’attrice e documentarista moglie del Governatore della California, Gavin Newsom.

Dal canto suo, Weinstein ha rifiutato anche a Los Angeles (l’aveva già fatto a New York) l’offerta di testimoniare in sua difesa. Al processo a due passi da Hollywood, la giuria ha creduto totalmente alla testimonianza della Jane Doe 1 (pseudonimo utilizzato in ambito giuridico per mantenere l’anonimato dei testimoni), una modella famosa in Italia, che ha accusato Harvey di averla stuprata in un albergo di Los Angeles nel febbraio 2013.

L’ex produttore, che comunque si è dichiarato non colpevole a tutti gli effetti, è stato invece scagionato dalle accuse di aggressione contro la massaggiatrice Jane Doe 3, che avrebbe confidato le molestie a Mel Gibson, altro cliente tanto famoso quanto abituale. Sulle altre due accusatrici (tra cui la moglie di Newson), invece, la giuria si è spaccata. Su Jennifer Siebel Newsom il verdetto è stato di otto a quattro, non sufficiente per l’unanimità. “Sono orgoglioso di lei per aver testimoniato”, ha dichiarato il marito a verdetto annunciato.


di Redazione