Estradizione per Assange

Julian Assange, accusato da Washington di aver attentato alla sicurezza nazionale e di spionaggio, sarà estradato negli Stati Uniti. È quanto deciso dal Ministro dell’Interno inglese, Priti Patel, la quale ha firmato il decreto dopo che nel Regno Unito era stata completata la procedura giudiziaria sulla controversa vicenda dell'attivista australiano. Assange, infatti, rischia una pena di 175 anni di carcere per avere contribuito a diffondere documenti riservati, con informazioni su crimini di guerra commessi dalle forze americane in Iraq e Afghanistan, tramite la piattaforma online Wikileaks.

In una nota esplicativa diffusa a nome di Patel dall'Home Office, il dicastero dell'Interno britannico, si legge: “In base alla legge sull'estradizione (Extradition Act) del 2003, il ministro è tenuto a firmare l'ordine di estradizione se non ha basi per proibire che esso venga eseguito”. Il comunicato prosegue: “Il 17 giugno, in seguito al giudizio dato sia dalla Corte di primo grado sia dall'Alta Corte, l'estradizione negli Usa del signor Julian Assange è stata quindi ordinata. Il signor Assange conserva tuttavia il diritto di fare appello entro il termine normale di 14 giorni”. Infine, si sottolinea come “in questo caso le Corti del Regno Unito non abbiano riscontrato il rischio di abusi, di un trattamento ingiusto od oppressivo contro Assange nell'ambito del processo di estradizione. E neppure hanno riscontrato che negli Stati Uniti egli possa andare incontro a una procedura incompatibile con i suoi diritti umani, incluso il diritto a un processo giusto o alla sua libera espressione”. Insomma, secondo il ministero britannico Assange “sarà trattato in modo appropriato anche in relazione alla sua salute”.

Eppure, le polemiche riguardo questa intricata vicenda continuano a montare: molti sostenitori, (per esempio organizzazioni umanitarie come Amnesty International, agenzie dell'Onu, alcuni periti medici e diversi media internazionali) sostengono che l’attivista è vittima di una caccia giudiziaria iniqua e persecutoria.

Intanto resta da vedere se Assange tenterà la strada di un ultimo appello e se, nel caso di un ulteriore rigetto, proverà a rivolgersi pure alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, organismo che fa capo al Consiglio d'Europa di cui il Regno Unito fa tuttora parte.

Aggiornato il 17 giugno 2022 alle ore 13:59