Usa e Nato: un errore lasciare l’Afghanistan?

Il presidente americano Joe Biden ha annunciato l’intenzione di ritirare le truppe Usa dall’Afghanistan entro l’11 settembre prossimo. Una data fortemente simbolica e storica quest’ultima, perché, come è noto, ricorre l’anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle di New York.

Insieme agli Stati Uniti, partiranno anche tutti i contingenti operanti sotto l’egida della Nato, incluso, quindi, anche quello italiano. Biden sostiene che dopo il raggiungimento del principale obiettivo, ossia l’eliminazione di Osama Bin Laden, la presenza americana in Afghanistan sia divenuta sempre meno chiara, ed evidentemente, secondo il parere del presidente, meno motivata e fondata. Si comprende senz’altro come le missioni militari internazionali non possano durare in eterno, e in effetti la presenza di Usa e Nato in territorio afghano dura da vent’anni. Ma quando si decide di lasciare, bisogna fare bene i conti prima ed assicurarsi che il fronte che si sta per abbandonare sia ormai privo di particolari pericoli e del rischio di una involuzione drammatica.

I talebani forse non rappresentano più una minaccia a livello internazionale, soprattutto dopo la morte di Bin Laden, ma continuano ad essere pericolosi all’interno dell’Afghanistan. I loro attentati sono meno frequenti rispetto al recente passato, ma proseguono, e, con la fine della deterrenza delle truppe straniere, la situazione potrebbe tornare ad essere incontrollabile. La pensa così l’ex viceministro afghano alla Difesa, Tamim Asey, il quale definisce il ritiro voluto da Biden come un tragico errore, e segnala come i talebani siano ancora piuttosto forti e bellicosi.

Ci auguriamo che a Washington i conti siano stati fatti con cura, sia per quanto riguarda la capacità dei talebani di prendere o meno il sopravvento, che in merito alla solidità dell’attuale Governo e delle forze armate di Kabul. Non vorremmo ritrovarci di fronte al medesimo errore, già compiuto in precedenza da Barack Obama, che se ne andò frettolosamente dall’Iraq, tanto per dare un segnale di discontinuità con le politiche di George W. Bush, e consentì di fatto al sedicente Stato Islamico, ovvero i terroristi dell’Isis, di nascere e prosperare.

Aggiornato il 16 aprile 2021 alle ore 11:24