Africa: alla ricerca del Coronavirus perduto

Mentre l’Europa viene presentata ancora una volta sommersa dalla così detta pandemia, l’Africa continua a distinguersi per “l’inspiegabile” insignificante livello di contaminazione da Covid-19. Il 14 febbraio in Egitto si è presentato il primo caso di contaminazione da Coronavirus nel continente; dopo nove mesi risulta siano stati rilevati quasi due milioni di infettati (su una popolazione di 1.3 miliardi), ovvero circa 3,6 per cento dei casi registrati nel mondo, mentre il continente africano annovera il 17 per cento della popolazione mondiale. Così vista anche la difficile situazione sanitaria, l’irrilevante numero di circa 46mila decessi registrati al 15 novembre, secondo fonti fornite dell’African center for disease control and prevention (Africa Cdc), rivela un tasso di mortalità che si aggira sul 2,2 per cento contro, tanto per fare un paragone, quasi il 90 per cento del virus Ebola che da anni devasta la popolazione africana. Nonostante la spontanea approssimazione, non costruita come altrove, dei dati statistici che trapelano dal Continente, la loro attendibilità può essere tuttavia confermata empiricamente, se si considera che nessuno Stato africano ha lamentato o osservato picchi di mortalità in eccesso che non possano essere spigati; ciò conferma che il virus non ha quella diffusione da molti prospettata e che quei casi che ci sono rimangono totalmente sotto controllo. Infatti, le barcollanti strutture sanitarie africane stanno reggendo il modesto Covid-19, che si perde nella lista delle varie disgrazie, virali e non, che affliggono il Continente. Una testimonianza di Isabelle Defourny, direttrice delle operazioni di Médecins sans frontières, afferma che le catastrofiche previsioni, elaborate nei primi giorni, non si sono concretizzate e che “avevamo rafforzato i nostri sistemi di supporto, ma da nessuna parte abbiamo avuto a che fare con un gran numero di ricoveri”.

Tuttavia, il Continente africano non è omogeneo nel suo originale “rapporto” con il Covid-19. Infatti, può essere diviso in due parti: la parte centrale dove non si riscontrano casi in aumento e le parti estreme, l’area del Maghreb e quella del Sudafrica, dove l’incidenza dei casi in alcune aree è in crescita, sempre con tassi di mortalità bassissimi e circoscritti alla popolazione anziana e con patologie varie. Comunque, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, durante un discorso alla tv nazionale pronunciato mercoledì 11 novembre, ha sostenuto che nella regione meridionale dello Stato si sta riscontrando un aumento dei contagiati che obbliga ad una ripresa delle operazioni di screening; va considerato che in Sudafrica si concentra oltre il 40 per cento dei casi rilevati nel Continente. Va detto che i governi africani hanno, nelle loro croniche carenze, l’adeguata padronanza dei metodi di rintracciamento e screening delle molte malattie endemiche che colpiscono il loro territorio e sono abituati a gestire ed affrontare i contagi ricorrenti; tutto ciò contribuisce a spiegare la singolare evoluzione virale nel Continente. Comunque, le abituali reazioni dei governi nella gestione del nuovo coronavirus, vanno a complementare altre caratteristiche che hanno favorito la resistenza al Covid, come l’alta percentuale di giovani, la bassa integrazione dell’Africa nelle principali rotte di mobilità internazionale o anche la resistenza delle popolazioni ai virus acquisita attraverso l’esposizione regolare ad ogni tipo di agente patogeno.

Aggiungerei che il terrorismo mediatico applicato in “Occidente”, ha generato e genera, in definiti “gruppi sociali”, approcci tendenzialmente psicotici verso il Covid-19 e le correlate restrizioni. Tali condizioni originano effetti collaterali previsti, che si concretizzano con “fenomeni di massa” che stanno caratterizzando questo periodo storico e che aggravano la qualità delle condizioni sociali globali. Questo terrorismo mediatico è assente in Africa e probabilmente questa non condizione di stress agevola il trattamento complessivo del Covid-19, rendendo la sua percezione strettamente legata alla realtà dei fatti. Inoltre, va considerato che in Africa, come nel resto del pianeta, la crisi economica e le sue ripercussioni sociali si fanno sentire duramente; agli Stati africani non vengono erogati gli stessi aiuti destinati al finanziamento dei poderosi ammortizzatori economici schierati ad esempio per l’Europa. Ma, nonostante questo, il Covid-19 in Africa è più che sotto controllo e la vita prosegue con le stesse problematiche ante Coronavirus.

Aggiornato il 19 novembre 2020 alle ore 11:46