Discorso sullo stato dell’Unione: Trump parla a un Congresso diviso

mercoledì 5 febbraio 2020


Un discorso divisivo sullo stato dell’Unione. Uno dei più divisivi tra quelli pronunciati dai presidenti degli Stati Uniti. Mentre Donald Trump parla di magnifiche sorti e progressive per l’America, la speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, strappa platealmente il testo del presidente. “Il meglio deve ancora venire”. È questo il mantra del tycoon. Il suo terzo discorso sullo stato dell’Unione da quando è alla Casa Bianca. Trump lancia la sua previsione davanti ad un Congresso letteralmente spaccato in due la sfida per la sua rielezione il prossimo novembre. “Io ho mantenuto le mie promesse”, rivendica il presidente, in quello che trasforma ben presto in una sorta di comizio, infiammando il clima. “Abbiamo fatto il nostro lavoro, abbiamo sconfitto il declino dell’America e ne abbiamo fatto di nuovo un Paese forte e rispettato nel mondo. E non lasceremo che l’America venga distrutta dal socialismo”.

Trump è consapevole che nelle prossime ore sarà assolto dal Senato e che l’incubo dell’impeachment sarà una volta per tutte alle sue spalle. I repubblicani applaudono ad ogni passaggio del discorso in cui il tycoon, invece di tornare ad attaccare il tentativo di rimuoverlo dall’incarico, snocciola tutti i suoi successi: dall’accordo commerciale con la Cina (“abbiamo utilizzato la giusta strategia”), al boom dell’economia fino alla realizzazione del muro col Messico. Le promesse mantenute, appunto, di fronte al quale si levano i cori “Usa! Usa!” e “4 more years”, altri quattro anni alla Casa Bianca.

Mentre i membri democratici del Congresso restano immobili. Il clima è lontano anni luce dall’essere bipartisan. A testimoniarlo anche la mancata stretta di mano, poco prima dell’inizio del discorso, tra Trump e la terza carica dello stato, la speaker della Camera Nancy Pelosi, più volte inquadrata alle spalle del tycoon mentre scuote la testa o sembra deridere le parole del presidente. Del resto – fanno notare molti osservatori – lei lo aveva accolto in aula senza ricorrere alla consueta formula “è un mio onore e privilegio introdurre il presidente degli Stati Uniti”.

E, fatto ancor più clamoroso, Pelosi con un gesto di stizza viene inquadrata mentre strappa la copia del discorso sullo stato dell’Unione che le era appena stata consegnata dal presidente. “L’ho strappata? È stata la cosa più cortese, considerando quali potevano essere le alternative”, ha detto ai cronisti alla fine della serata, alimentando ulteriormente la tensione. Solo due i momenti bipartisan della serata: il tributo al leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaidò, a sorpresa sul palco degli ospiti non distante dalla first lady Melania, e il commovente conferimento della Medal of Freedom, la più alta onorificenza civile, a Rush Limbaugh, il popolare conduttore radiofonico e opinionista conservatore che nelle scorse ore ha annunciato di avere un cancro in stadio avanzato.

 

 


di Ugo Elfer