Iowa: il flop delle primarie democratiche

Bernie Sanders è convinto di avere vinto i caucus dell’Iowa. Ma la votazione con l’app va si rivela un fallimento assoluto per le primarie democratiche. Il senatore del Vermont sarebbe primo nel conteggio finale con il 29,66 per cento. Il 78enne socialista sarebbe seguito da Pete Buttigieg col 24,59 per cento. Terza la senatrice Elizabeth Warren col 21,24 per cento. Joe Biden quarto col 12,37 per cento, mentre la senatrice Amy Klobuchar è al 11 per cento. Sotto l’1 per cento gli altri candidati.

La macchina organizzativa del partito ha fatto flop. “Crisi di nervi nel Partito democratico. Non riescono a gestire i caucus e vogliono governare. No grazie”, infierisce subito su Twitter Brad Parscale, il manager della campagna di Donald Trump. Il tycoon, intanto, esulta per la sua scontata “grande vittoria” nelle primarie repubblicane in Iowa contro due comparse: l’ex membro del Congresso Joe Walsh e l’ex governatore del Massachusetts Bill Weld. All’inizio il ritardo dei risultati dei caucus democratici sembrava un vero giallo.

“L’integrità dei risultati è di primaria importanza. Ci sono stati dei ritardi per controlli sulla qualità”, è stata la prima spiegazione del Partito democratico, che poco prima della mezzanotte ha ammesso di avere a disposizione solo il 25 per cento dei dati. Le campagne dei candidati sono state subito informate ma questo non è bastato a fugare dubbi e preoccupazioni. Quella di Joe Biden ha scritto una lettera pretendendo spiegazioni. Che alla fine sono arrivate con un comunicato ufficiale. “Abbiamo trovato incongruenze nel riportare tre serie di dati”, ha spiegato il partito, che ha cambiato le regole proprio per evitare le contestazioni del 2016 di Bernie Sanders e ha deciso per la prima volta di comunicare i dati del primo e del secondo voto, nonché quello dei delegati conquistati.

“Oltre ad usare sistemi tecnologici per tabulare i risultati, abbiamo usato foto e documentazione cartacea per confermare che tutti i risultati corrispondano”, ha spiegato il partito, escludendo un malfunzionamento dell’app usata, hackeraggi e intrusioni. Ma dietro le quinte si raccontano scene di caos totale, di presidenti di seggio che non riuscivano a parlare con la centrale, linee occupate, telefono riattaccati. Alla fine si procederà con un conteggio manuale che richiederà molte ore e che lascerà un segno negativo su questi caucus.

“Stanotte è l’inizio della fine di Donald Trump, il presidente più pericoloso della storia Usa, un presidente corrotto, un bugiardo patologico”, ha esordito Bernie. “Che nottata! Non sappiamo i risultati dell’Iowa ma andremo in New Hampshire vittoriosi”, ha promesso un radioso Buttigieg. “Sappiamo che ci sono dei ritardi nei risultati ma sappiamo una cosa, abbiamo superato le nostre aspettative”, gli ha fatto eco la Klobuchar. “La nostra agenda non è solo quella dei democratici, è un’agenda per America”, ha detto la Warren. Nessuna nota ottimista da Biden, che si è limitato ad attaccare Trump dicendosi pronto “a dargli il soprannome di ex presidente”.

Aggiornato il 04 febbraio 2020 alle ore 12:43